turismo-sostenibile-in-africa

di Giuseppe De Pietro

Il turismo responsabile è il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed
economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture. Il turismo responsabile
riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere
protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del
proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo,
comunità locali e viaggiatori.

Nella pratica, questa affermazione si traduce nella tendenza degli operatori turistici
sensibili ai temi della responsabilità sociale d’impresa, della sostenibilità
ambientale, della equità di genere e alle buone pratiche in generale, a fare molta
attenzione a che il turismo responsabile sia ideato, realizzato e complessivamente
gestito in maniera tale da non generare dei fenomeni di iniquità sociale ed
economica, soprattutto a danno delle popolazioni delle regioni ospitanti il turismo
stesso.

Questo significa che tutti gli “attori” di una esperienza di Turismo Responsabile, e
quindi “il turista”, l’”organizzatore” e la comunità locale ospitante devono essere
consapevoli (e qualora non lo siano tutti noi dovremo operare affinché lo diventino)
di essere ognuno, per ciò che lo riguarda, coinvolto in un rapporto che non deve
essere “focalizzato” sulle esigenze solamente dell’uno o dell’altro, o nel quale le
esigenze dell’uno prevalgono su quello dell’altro…bensì in una dinamica complessa
in cui tutti devono rispettare, preservare (ed a volte ideare ex novo) gli equilibri
funzionali ad una sana, sostenibile e redditizia sopravvivenza degli altri protagonisti
dell’esperienza turistica.

E’ oramai chiaro a tutti gli operatori di settore che non esiste una sola definizione di
Turismo Responsabile, e che è non possibile (o meglio, non sarebbe ragionevole)
dare una spiegazione accettabile di questa pratica identificandola (o peggio
sovrapponendola), di volta in volta, con altre pratiche che, invece, ne sono solo
accezioni o specificazioni, ovvero: “turismo consapevole”, “ecoturismo”, “turismo
culturale”, “turismo comunitario”, “turismo sostenibile”, “turismo equo-solidale”.

Il Turismo Responsabile, in realtà, può essere attuato attraverso la “somma” di
queste pratiche, o attraverso la scelta di realizzare viaggi che si ispirino anche solo
ad una di esse, che però sia correttamente esercitata e non entri in conflitto con le
altre.

Ad ognuna di queste pratiche, infatti, si deve riconoscere la dignità di specificazione
del “turismo responsabile”, ma al tempo stesso nessuna di esse, se vuole tradursi
in un esempio autentico di turismo responsabile, può pretendere di non avere
riguardo e rispetto delle implicazioni che sono sottese e che discendono dalle
conseguenze altre.

In pratica…è sicuramente una buona pratica quella dell’Ecoturismo attuato nel
rispetto dell’ecosistema all’interno del quale si svolge il viaggio, ma se questa si
riducesse solo al rispetto dell’ambiente e non contenesse in se stessa anche gli
elementi basilari del rispetto dell’elemento umano e sociale che compartecipa alla
sua attuazione (ad esempio quindi trascurasse di verificare e pretendere il rispetto
dei diritti dei lavoratori coinvolti nella realizzazione del pacchetto eco-turistico), non
sarebbe un autentico esempio di turismo responsabile….ma piuttosto rischierebbe
di divenire una pratica ingannevole che “nasconde” i propri vizi celebrando solo
“alcune” sue virtù.

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