di Giuseppe De Pietro

Quando Ibiza sa essere slow prima che i ritmi della movida estiva ricomincino a rimbalzare e a rimbombare tra l’Amnesia e il Pacha, le due discoteche storiche di Ibiza, è adesso l’attimo fuggente per riappropriarsi dell’isola magica e libera, modellata dalle onde di un mare cangiante in cui si stemperano tutte le tonalità del verde e dell’azzurro, disegnata tra scogliere dove si intrufolano i profumi dei pini, dei cespugli di timo e di rosmarino selvatico, dell’isla blanca con i suoi candidi paesini calcinati dal sole. Tra agriturismo, passeggiate, yoga e scoperta della natura, l’isola in primavera riserva parecchie sorprese.

In questo inizio di calda primavera si riscopre l’immagine fatata dell’Ibiza di prima del turismo di massa, e ci si può magari concedere qualche notte a prezzi ancora abbordabili all’Hacienda Na Xamena, hotel-spa intrappolato tra le rocce ventose di Sant Miquel: percorso thalasso-panoramico, vasche d’acqua salmastra a strapiombo sul mare e romantici itinerari-benessere associati all’aperitivo, al pranzo o alla cena. L’oriente è infatti la sotterranea mania di Ibiza, il benessere psicofisico e la mise en forme gli inediti miraggi che l’isola mette in scena per ammaliare la movida mediterranea.

Tra Es Cubells e Cala Carbò si è arroccato lo zoccolo duro degli eremiti dello yoga e della editazione, dei cultori delle discipline orientali, dei moderni sciamani assetati di energie positive, in cerca di languide sonorità chill-out, massaggi feng shui e trattamenti tra i nuovi locali trendy dell’esclusiva spiaggia di Cala Jondal. Ecco nascere i centri yoga come Hot Yoga Ibiza e i tour-operator del benessere come Ibiza Retreats, che organizza soggiorni in eleganti fincas d’epoca a base di catering bio-organico e stages disintossicanti con maestri di tai-chi, qigong e pilates.

Di gran moda anche l’agriturismo in versione ibizenca, con una serie di resort di campagna dal lusso discreto dove arriva la brezza salmastra ma non l’eco ottuso della techno o dell’house music: Can Curreu, poche stanze arredate con finezza, buona cucina e un’atmosfera da villeggiatura aristocratica; Les jardins de Palerm, finca seicentesca ristrutturata con gusto minimalista tra lievi geometrie di pietra e acqua; Atzarò, oasi campestre shabby chic di pace e serenità buddista, con ambienti zen, camere in stile coloniale e palestre di yoga. Can Martì a Sant Joan e la Casita Verde, sui monti della Serra Grossa, sono fincas secolari trasformate la prima in agriturismo bio-rurale, con un décor tra il tradizionale e l’etnico, la seconda in centro ecologico autogestito che promuove, persino su un’isola modaiola come Ibiza, uno stile di vita ecosostenibile.

Al contrario di Ibiza, Formentera è scontrosa e appartata, popolata da agricoltori prestati al mare, tolleranti delle stravaganze imposte dal popolo dei vacanzieri, che per pochi mesi all’anno si trasformano in imprenditori turistici con case da affittare, auto e scooter da noleggiare, chiringuitos da apparecchiare. Ad ottobre si torna nell’orto e nella vigna, la raccolta dei fichi e delle mandorle saranno gli argomenti preferiti e l’inverno si passerà ad imbiancare la casa. La magia che ispirava le note eteree dei King Crimson di Formentera Lady aleggia ancora sull’isola, nonostante i paparazzi in agguato tra le dune di ses Illetes e de Llevant, le spiagge più spettacolari dell’isola, gli yacht schierati al largo come un’esercito, i ristoranti con motoscafo per trasportare gli ospiti o recapitare i piatti direttamente a bordo.

Il tempo ritagliato alla vita balneare s’impiega a vagabondare tra il Cap de Barbaria e, all’estremità opposta dell’isola, il faro de la Mola, dove si può oziare tra le tende bianche del Codice Luna, caffè di giorno e dj-bar la sera. Il trekking lungo il sentiero del camino romano regala scorci unici sulla campagna, con le fincas solitarie tra i vigneti, i muretti a secco, le greggi accasciate all’ombra degli alberi di fico dalle fronde ad ombrello; girando lo sguardo verso il mare, le pennellate cristalline d’acqua turchese s’infilano in piccole baie, insenature, anfratti di sabbia candida e di roccia, disegnano piccoli paradisi come l’appartata caletta di Calò des Morts. Anche Formmentera inventa una sua vocazione eco-chic con un hotel charmant come Es Ram, eco-resort lungo lo splendido tratto di costa tra La Mola e Platja de Mitjorn: cinque scenografiche viviendas con più camere,
sommerse dai pini e dalla macchia mediterranea, impreziosite da patii, verande e divani tra teli svolazzanti di mussola bianca.

Le spiagge, con i caratteristici ricoveri in legno e canne per le barche, sono anche un approdo gastronomico, grazie ai chiringuitos ormai evolutisi in veri e propri ristoranti buongustai. Es molì de sal, vecchio mulino sulla Platja de Illetes, nasconde una delle migliori tavole di pesce di Formentera, dove inebriarsi di caldereta di aragosta e arroz de pescado. Tra le rocce di Es Calò, Can Rafalet preparara invece ricette di tradizione come la ensalada payesa, piatto rituale a base di razza essiccata, peperoni e patate, il frito de pulpo o l’arroz con pescado abanda, risposta isolana alla solita paella. Anche i sapori, assieme ai colori e ai profumi di Formentera, fanno ormai parte dell’anima di questa scheggia di Tropici scaraventata nel Mediterraneo davanti alle coste africane.

Gay-friendly beaches in IbizaEl pueblo de Sant Agustí des VedràIbiza al atardecer

APCCDT Harbour, Dalt Vila, Eivissa, Ibiza, Balearic Islands, Spain

APCCDT Harbour, Dalt Vila, Eivissa, Ibiza, Balearic Islands, Spain

179939357

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Gay-friendly beaches in Ibiza