di Romina Simonetti

L’ortoterapia cura delle piante che fa bene all’anima, da una vita, anzi molte di più, che per rilassarci facciamo passeggiate nei boschi o ci dedichiamo alle più variate attività nella natura. Due passi in giardino, cesoie alla cintola. Qui un rametto da potare, là una zucca da legare. Sugo di more mature, velluto di pesche e albicocche. Coltivare la terra, sporcarsi le mani, curare le piante e seminare sono tutte attività che in qualche modo ci riconciliano con la vita e con la natura e ci aiutano a trovare sollievo da problemi della sfera psichica. Proprio grazie all’ortoterapia, mira a favorire il reinserimento nel mondo del lavoro per giovani con disagi. Ma come nasce l’idea dell’ortopterapia? Uno spazio di verde si apre nell’anima, un bisogno prepotente che ci spinge a cercare altri spazi, luoghi fisici in cui ripetere quei gesti così efficaci: dissodare, piantare, annaffiare, potare. Un mondo intero di cui prendersi gioiosamente cura: che sia un incolto in cui lanciare manciate di semi o un giardino anche di soli vasi, un terreno abbandonato cui permettere di diventare bosco o una siepe dove ospitare uccelli, un orto fiorito da cui farsi nutrire. Filosofi e pensatori contemporanei hanno concepito e promosso la cura del giardino per restituire al mondo la sua anima vegetale, senza cui nessun animale potrebbe sopravvivere. Giuseppe De Pietro, giornalista e fotografo appassionato, racconta come riconnettersi alla rete della vita, ristabilire il corpo a corpo con la natura, attraverso semplici gesti d’affetto verso la terra e le sue creature.
L’ortoterapia lavora con un materiale vivente, le piante che contribuiscono a curare particolari disabilità o il semplice disagio (stress, depressione, ansia, senilità, tossicodipendenza ecc.). Negli orti-giardini terapeutici sicuri, si trova o si ritrova la fiducia nelle proprie capacità a far vivere, crescere e curare un essere vivente, si sviluppa un metodo di lavoro, personale, coinvolgendo tutti gli operatori specifici, personale sanitario e famigliari, consentendo di raggiungere obiettivi mirati. Fornisce dunque nuove motivazioni e nuovi stimoli ed in questo senso, è in grado di dare un sostegno molto importante a persone che soffrono di gravi patologie. Molto importante è anche il lavoro di gruppo nell’ortoterapia, che può facilitare la socializzazione, vincere il senso di isolamento e di inutilità personale. Un altro aspetto positivo di questa terapia ‘verde’ è il fatto che richiede uno sforzo fisico, anche se limitato ed è dunque utile nei casi di astenia o nelle convalescenze. 
In una società sempre più tecnologica e virtuale pochi pensano che gli uomini di oggi per raggiungere un maggior benessere fisico e psicologico abbiano bisogno di un rapporto più stretto con la natura. In particolare, l’azione terapeutica svolta dalle piante si è rivelata importante nei confronti di malati.
L’ortoterapia è difatti una “nuova” terapia alternativa, capace di migliorare lo stato di salute degli individui, sia da un punto di vista prettamente fisico che psicologico. L’ortoterapia comprende l’attività nel o con il verde, giardinaggio, la coltivazione di piante e di ortaggi, la cura di una singola pianta da interno (appartamento), attività queste che permettono la cura dell’ansia attraverso la stimolazione dei sensi del tatto, dell’udito, dell’olfatto e della vista.
Tutti noi sappiamo quanto faccia bene una passeggiata nel bosco o in un parco cittadino quando si è molto stressati e stanchi. La semplice visione degli alberi e dei colori dei fiori , i profumi e i suoni, riescono a risollevare il morale, questo anche ai malati, ai disabili ed ai depressi. Se tutto questo è vero, si può comprendere come un rapporto attivo o passivo con la natura possa ulteriormente favorire le proprietà terapeutiche naturali degli spazi verdi.
Oggi numerose ricerche hanno indagato sul rapporto tra natura e riduzione dello stress e della depressione. Affiancare alle terapie tradizionali una regolare attività di giardinaggio fa sì che le persone ansiose e quelle depresse trovino tempo e spazio per se stesse, impegno e relax. Il tutto si traduce in un rallentamento del battito cardiaco, in una riduzione dei valori della pressione sanguigna e in una maggiore regolarità del respiro. In altre parole fare giardinaggio svuota la mente dai pensieri negativi, urgenti, stressanti.
Ricordiamo, infine, che non è necessario avere accesso a un grande giardino o a un ampio terreno per poter godere dei benefici dell’ortoterapia. Anche prendersi cura delle piante sul terrazzo di casa o coltivare pomodorini, fragole e altre piccole verdure negli spazi a nostra disposizione è un’attività anti-stress, oltre che essere un piacevole passatempo.8
Ritagliarsi piccoli spazi di tempo all’interno di giornate sempre più caotiche e stressanti diventa un’esigenza fondamentale nella vita impegnata di tutti i giorni: alcune attività come il giardinaggio e la cura di spazi verdi sono diventate parte di una vera e propria curacontro lo stress, l’ortoterapia.
Ma analizziamo da vicino il fenomeno dell’ortoterapia, che consiste sostanzialmente nell’incentivare, preparare ed affiancare un individuo nella cura e gestione del verde, per esempio la coltivazione di fiori, ortaggi e comuni piante da giardino. Prendersi cura di organismi vivi stimola il senso di responsabilità e incentiva la socializzazione. Oltre ad un miglioramento a livello sociale e interazionale, la terapia incrementa l’attività motoria attenuando inoltre fenomeni come stress e ansia.
Scopo primario di questo progetto riabilitativo è quello di rendere un soggetto il più autonomo possibile, rafforzare l’autostima e attribuire nuovi significati alla propria identità per potersi affermare e distinguere all’interno di un gruppo sociale. Naturalmente, al fine di ottenere risultati positivi tramite l’ortoterapia è’ fondamentale seguire percorsi riabilitativi specifici e mirati, sviluppati assieme a figure professionali specializzate nel trattamento di questa forma di disturbo sociale.
Si tratta di una soluzione alternativa e originale che, oltre ad aiutare le persone nel proprio percorso di vita, riavvicina i soggetti alla terra, creando all’interno di una monotona routine momenti privati a diretto contatto con la natura.