dalla Polinesia Emilio Franconi

L’attrice australiana è nel cast di “Aquaman”, film basato sui fumetti della DC Comics. «Avevo bisogno di un personaggio diverso».

La Kidman la incontriamo per parlare di The Killing of a Sacred Deer, del greco Yorgos Lanthimos, presentato all’ultimo Festival di Cannes dove si è aggiudicato il premio per la miglior sceneggiatura. Nel film, Kidman è una rispettata oculista, sposata a Steven, brillante chirurgo, interpretato da Colin Farrell. Vivono felici con i loro due figli adolescenti. Finché Steven non decide di prendere sotto la sua ala Martin, un ragazzo che ha perso il padre. Che si insinuerà nella famiglia fino a condurre Steven a un impensabile sacrificio… Una tragedia di stampo classico.

Una performance che ha entusiasmato: «Kidman ti colpisce e ti inquieta di continuo». 
Mi aiuta a scavare nelle emozioni, a esorcizzare paure e abissi spaventosi. «Entrare sotto la pelle di altre donne, navigare con loro in situazioni improbabili, rischiose, mi dà vita». Nicole Kidman ama infatti mettersi in gioco, non è un caso abbia lavorato con Jane Campion, Stanley Kubrick, Lars von Trier e Yorgos Lanthimos; sullo schermo è stata Isabel Archer in Ritratto di signora, la moglie confusa di Eyes Wide Shut, Grace in Dogville, poi Virginia Woolf in The Hours che le ha regalato l’Oscar. Così fragile e così forte, ambigua e femminile, Nicole ti sorprende ad infinitum – è parte del suo lavoro, si schermisce lei. 

Una tensione che riappare nella vita privata: quando giovanissima, e semisconosciuta, sposa la superstar Tom Cruise, lo segue subito con entusiasmo nelle sue avventure sportive: insieme scalano picchi e vette impossibili, si lanciano nel vuoto o scandagliano le acque profonde degli oceani; abbraccia, per qualche tempo, anche la fede per Scientology. Anni dopo, risposatasi col musicista australiano Keith Urban, volta pagina, abbandona Los Angeles e si trasferisce a Nashville, Tennessee, la culla della musica country. Dimentica il glamour e lo stile di vita di Hollywood, si adatta felice ai ritmi della vita del sud, e sostiene il marito ai concerti blue-grass con tanto di cappello da cowboy. 

Le nascono una figlia, Sunday Rose, poi un’altra, Faith, e continua a lavorare alacremente. A 50 anni la Kidman diventa anche una star del piccolo schermo: dopo Big Little Lies – la serie televisiva di maggior successo dell’anno scorso, di cui è anche coproduttrice (si è conquistata una manciata di premi importanti tra cui un Emmys e un Golden Globe e per la nuova stagione avrà un cachet di un milione di dollari a episodio) – inizierà The Undoing, un thriller targato Hbo in sette episodi scritto da David E. Kelley, il marito di Michelle Pfeiffer. Nel 2018 l’abbiamo vista in quattro film, tra cui il blockbuster Aquaman, che uscirà dappertutto a dicembre. 

I conflitti etici presentati dal film non hanno facili risposte. Tu come ti sei accostata all’angosciante realtà descritta da Lanthimos?
Noi esseri umani siamo capaci di fare cose orribili per sopravvivere. Fa parte della nostra natura, ma spesso preferiamo ignorarlo. A me interessava stimolare la discussione assecondando lo sguardo di un autore come Lanthimos. Lo dico da sempre: amo sostenere i filmmaker che hanno una visione forte e personale; Lanthimos e il suo mondo metaforico, allegorico, profondamente greco, mi affascinano moltissimo.

Non deve essere facile giocare con emozioni tanto intense?
Quando entri nel mondo di Yorgos, devi vibrare all’unisono con i suoi sentimenti mai banali, e le reazioni che provoca, a volte reali, a volte torbide, sempre umane. Amplificate, ma guai a esprimerle e recitarle in modo naturalistico. Succedeva la stessa cosa con Kubrick che mi diceva: “Mi annoia il naturalismo, mi imbarazza (ride), non fare finta di essere reale, trasportami in una dimensione diversa”.
È un bel salto passare dalla madre disperata di The Killing of a Sacred Deer alla regina di Atlantide di Aquaman, il filmone basato sui fumetti della DC Comics.
Per me è un’urgenza profonda: dopo Big Little Lies, Top of the Lake e L’inganno, il film di Sofia Coppola, avevo bisogno di un personaggio diverso. Vede, ho anche senso dell’umorismo io… (sorride). Così sono partita per l’Australia con le bambine, che ho potuto finalmente portare sul set di Aquaman; quello di Yorgos non era certo ideale per loro, e ora – si immagini – Sunday Rose, la mia piccola di nove anni, vuole diventare regista!
Ha appena iniziato a lavorare per la seconda stagione di Big Little Lies, un progetto iniziato da lei. Perché le interessava tanto?
Noi attori possiamo raramente scegliere un progetto: siamo scelti da altri e non esercitiamo controllo sul nostro destino. Big Little Lies è nato proprio dalla nostra frustrazione: Reese Whiterspoon e io cercavamo ruoli femminili che ci interessassero davvero e trattassero problematiche più attuali, che parlassero della realtà che stiamo vivendo.
Sullo schermo tu vivi di continuo relazioni intricate e pesantissime. Non è così nella vita: il tuo matrimonio con Keith Urban pare più solido che mai, dopo 12 anni?
Keith e io non abbiamo una risposta per questo tipo di domande. Sono reticente a parlare del nostro matrimonio, perché riguarda la nostra vita intima, però posso dirle che ho il compagno con l’anima più bella, gentile e generosa che si possa desiderare. E insieme abbiamo due figlie, la cosa più importante. Lui mi dà tantissimo: per una donna di successo l’appoggio del marito è imperativo.
Sembra avere tutto. Cosa ti manca?
Ma che cosa significa “tutto”? Ho raggiunto un buon equilibrio, certo, ma ho i problemi che sono comuni quando si arriva a una certa età, i tuoi genitori per esempio invecchiano e… fa parte della vita. Allora ho davvero tutto? No, però vado avanti circondata da molto amore e sostegno. Il cammino della vita è fatto di tante tappe, tante svolte. E io lo sto davvero percorrendo “tutto”.
Forse la bellezza?
“Da ciò ho notato quanto la bellezza esteriore dipenda anche da come ti senti dentro. È come se, quando si è contenti e sereni, ci fosse una particolare energia intorno a noi che ci rende più attraenti”. Sono queste le parole di Nicole Kidman, oggi è più bella che mai.
E chissà forse l’attrice ha proprio ragione, l’equilibrio e la serenità interiore si trasferiscono all’esterno donando un aspetto disteso e rilassato, che rispecchia il proprio io. Un periodo di grande serenità per Nicole, sia nel lavoro sia nella vita privata.
La vedremo presto al cinema nel tanto atteso The Railway Man, di Jonathan Teplitzky. Ma nel mentre la super Kidman vive le sue giornate vicino al marito, Keith Urban, e le sue due figlie, dalle quali è inseparabile.
L’amore la rende bella, ma come ha già ammesso in passato, anche lei ha fatto ricorso alla chirurgia, ammettendo anche il suo pentimento.
“Sono una grande sostenitrice dei prodotti biologici ed eco-friendly e cerco di usare metodi il più naturale possibile – afferma l’attrice -. Dopo varie esperienze sono convinta che l’età si combatte soprattutto da dentro, curo quindi molto la dieta con prodotti rigorosamente organici, tanta verdura e pesce. E molto sonno. Dormire molte ore è fondamentale per essere freschi e riposati e anche per evitare le rughe”.
Insomma, forse i vecchi metodi “della nonna” hanno ancora il loro tornaconto e arricchiti da qualche accorgimento possono davvero conferire gli effetti desiderati. Dunque perché no? Seguire i consigli di Nicole potrebbe essere davvero utile.
Ma un ulteriore segreto di bellezza per preservare l’integrità della pelle e sfoggiare un viso di porcellana, è proteggersi dai raggi UV e infatti prosegue: “Non prendo mai il sole. Ogni mattina applico una crema a protezione totale, ma non mi espongo mai volontariamente al sole, su un lettino o altro”.
Come vivi la tua età?
Più passano gli anni e più migliora. Nicole Kidman, a questa età, non solo mostra un fisico invidiabile, dalle foto pubblicate, che la ritraggono in bikini durante una vacanza a Sydney, in Australia. Ma rispetto a qualche tempo fa appare con un viso più disteso e naturale, avendo abbandonato l’uso del botox che le aveva stravolto l’espressione. I segreti della diva? Un allenamento “militare” e l’amore per il marito Keith Urban.
Con Urban le cose vanno a gonfie vele, tanto che a giugno, a 10 anni dal matrimonio, si scambieranno di nuovo i voti nuziali. Due personaggi e due caratteri completamente opposti ma che si completano perfettamente, come due metà della stessa mela.
Non c’è nessun elisir di giovinezza migliore di un rapporto d’amore felice. Ma non basta certo a tenersi in forma. E lì interviene l’allenamento: sessioni di corsa che possono arrivare a 19 chilometri, decine di vasche in piscina, yoga, pilates, e anche golf. Molto meglio delle punturine che le donavano una giovinezza artificiale e contropoducente. “Le donne della mia epoca sperimentano questo tipo di trattamenti sul viso, non si scappa – aveva spiegato lei -. Ma sono diventata anche il capro espiatorio di questo. Così ho rinunciato”. Per fortuna, aggiungiamo noi, “I veri valori?
La famiglia, il lavoro e la profondità dei sentimenti” «Mia madre mi diceva sempre: tieni alto il tuo spirito e mi raccomando non dimenticare mai le mie battaglie femministe e soprattutto le nostre conquiste al femminile», racconta di sé Nicole Kidman, di perfezione bionda, gambe da gazzella, corpo sfilettato là dove serve, capelli da Barbie e trucco naturale, seduta in un salone dell’Hotel Ritz accanto all’amico e grande fotografo Peter Lindbergh che nel “Cal 2017” le ha dedicato l’apertura con tre scatti nel mese di gennaio.
Ed eccola Nicole, garbata e soave, scherzosa e squisita, che non si sottrae alle domande e spiega subito che con Lindbergh «tutto è stato naturale, dopo i primi scatti credevo di aver fatto le prove e invece Peter aveva già finito il lavoro, tanto ha saputo catturare la mia anima e la mia naturalezza».
Nicole, quanto conta la bellezza per te?
«Molto, perché sono fortunata. Ma non è tutto. Prima vengono la famiglia, i miei figli, il lavoro che mi appaga. Mio marito dice che gli piaccio di più quando sono senza trucco. Mi pare un bel messaggio di normalità per le giovani generazioni. E ha proprio ragione Alicia Keys a dire basta col trucco».
Cosa pensi della situazione delle donne oggi?
«Le donne hanno voce quando votano e mi sorprendo sempre quando so di Paesi che garantiscono il diritto di voto da poco».
Tu per molte donne sei il simbolo della perfezione…
«La perfezione non mi ha mai interessato, meglio la profondità delle emozioni e dei sentimenti, come con questo lavoro con Lindbergh che mi ha visto sul set tirarmi su i capelli con tanta naturalezza con le mani. La perfezione mi piace toccarla in famiglia, con conversazioni profonde che toccano l’anima».