di Giuseppe De Pietro

La Repubblica di Yakutia (conosciuta anche come Jakutia o Sakha), nella Russia nord-orientale (Siberia), e’ l’area con l’inverno piu’ rigido dell’intero emisfero boreale, nonche’ il luogo con le temperature medie invernali piu’ basse del pianeta dopo l’Antartide. Nonostante questo, ci sono villaggi e citta’ dove gli abitanti trascorrono la loro quotidianita’ convivendo normalmente con tali condizioni estreme.Come si vive a 50° sotto zero? Come si trasforma il paesaggio durante un inverno cosi’ freddo? Cosa succede agli alberi e come sopravvivono gli animali? Che consistenza ha la neve quando la temperatura e’ cosi’ rigida? E’ quel che cerchero’ di scoprire durante questo viaggio al “Polo del Freddo”, fatto in pieno inverno siberiano, quando la temperatura scende regolarmente a -50° ed il sole, per l’elevata latitudine di questa regione, illumina radente il paesaggio solo per poche ore al giorno. E’ stata visitata la citta’ di Yakutsk (Jakutsk) ed i villaggi di Tyoply Klyuch, Tomtor, Oymyakon, Ust-Nera.

Yakutsk è la città più fredda del mondo. Solo un puntino sulla cartina, dentro la Siberia. Un posto dove quelli che vengono da fuori non viaggiano mai da soli, perché se ti fermi senza nessuno che ti aiuti sei un uomo morto: il gelo non è mica come il governo, non ha pietà. Nella piazza grande, non c’è nient’altro che un albero di Natale, piantato in mezzo, che cola ghiaccio dai suoi rami, e quella statua di Lenin con la mano protesa nello sguardo, oltre la luce opaca che ricopre l’aria. Quelli che l’attraversano hanno solo il naso e gli occhi liberi. Fanno dei fumi che si mischiano nella foschia.

Ci sono posti dove vivi peggio che dentro un congelatore. A Yakutsk, questa remota cittadina della Siberia dell’Est con 200 mila abitanti e una sola strada bianca per arrivarci, chiamata la «via delle ossa», costruita sotto questa cappa di ghiaccio dai detenuti del Gulag, hanno toccato persino i 63 gradi sotto zero. La media di gennaio è di 49,9, che è come dire che noi forse ci moriremmo in neanche mezz’ora: un normale congelatore fa 20 gradi sotto zero. Loro ci vivono. Nina, che vende il pesce al supermercato, dice che ci sta bene: «Mai avuto nessun problema di salute». La gente continua a lavorare fino a quando la temperatura non scende sotto i 50 gradi. E i bambini vanno a scuola fino a che non è sotto i 55°.

Yakutsk sorge sulle rive del fiume Lena, ma, dal punto di vista geografico, la notizia è un’altra: qui le temperature invernali si aggirano mediamente sui -50° ed oltre. Nebbia e gelo che avvolge tutta la città. La città di Yakutsk ha sbalzi climatici estremi: durante l’estate, i termometri spesso raggiungono i 30° C. E nonostante le condizioni meteorologiche, Yakutsk conta una popolazione di 200.000 abitanti e sta rapidamente diventando una delle città più vive dell’Estremo Oriente. La città è la capitale della Repubblica di Sakha, un vasto territorio grande quanto l’India, ma con una popolazione di poco meno di un milione di abitanti. Yakutsk è popolata principalmente dai nativi yakuti, evenki ed eveny. Per chiunque sia interessato a esplorare i più remoti angoli della Russia visitare Yakutsk è un must.
Per loro sarà pure normale. Per chi arriva da fuori bastano 13 minuti a meno 43° per rischiare il congelamento. Solo dopo mezz’ora al caldo nella camera d’albergo, il corpo riprende a muoversi, dolorosamente, con i crampi. A quella temperatura, i bambini giocano nella neve e ridono felici. Un giornalista dell’Independent, Shaun Walker, qualche giorno fa ha preso su i bagagli e li ha riempiti di scarponi, maglioni, giacca a vento, sciarpe, per prendersi la briga di andare a vedere come si fa. All’inizio di gennaio, Yakutsk aveva occupato le pagine dei giornali, perché erano scoppiate delle condutture che avevano provocato un mucchio di problemi a due villaggi, Artyk e Markha, rimasti un bel po’ di tempo senza riscaldamento. A ripensare a quelle temperature e a quel gelo, la cosa strana è che non era morto nessuno.

Il fatto è che a meno cinque, il freddo è abbastanza rinfrescante, e un cappello neanche troppo pesante e un bel giubbotto in fondo ti bastano per stare al calduccio. A meno 20, la temperatura di un congelatore, si comincia a soffrire. Ma a meno 35 l’aria è abbastanza forte da gelare velocemente la pelle rimasta allo scoperto: uno deve stare attento, perché corre davvero il rischio di diventare un ghiacciolo. A meno 45, persino portare gli occhiali diventa difficile: il metallo si appiccica alle guance e tirarlo via significa tirar via anche pezzetti della pelle. A meno 50, francamente non abbiamo capito come si faccia a sopravvivere.

Però, loro ce la fanno, visto che in quei giorni di gennaio che erano rimasti senza riscaldamento le temperature avevano toccato proprio quella soglia (quando si dice che piove sul bagnato), e la televisione mandava cronache da un altro mondo, inseguendo dei signori imbacuccati che scappavano avvolti in una strana foschia, come degli alieni nell’orbita di un pianeta lontano. Quando Shaun Walker ha fatto la sua prova, c’erano meno 43 gradi e la città era velata da un banco di foschia che restringeva la visibilità a neanche dieci metri. Lui racconta che all’inizio non gli sembrava neppure così brutto. «Solo il piccolo pezzo della mia faccia esposta registrava l’aria fredda, ma per il resto sembrava tutto ok». Pochi minuti e cambiò idea. Cominciò a pizzicargli la parte della faccia non coperta. Poi, quella sensazione divenne dolore: la sentì intorbidire e alla fine come paralizzata, una sensazione molto pericolosa, perché significa che il sangue che fluisce sotto la pelle s’è fermato. Ancora qualche minuto e il freddo cominciò a penetrare pure i suoi guanti e a ghermire le dita, e dopo le orecchie, nonostante il cappello che le proteggeva. Alla fine tutto il corpo era dolorante. Rientrò di corsa in albergo e guardò l’orologio: erano passati appena 13 minuti.

Yakutsk è stata fondata dai cosacchi ed è rimasta un piccolo avamposto fino alla fine del 19° secolo, quando nella regione fu scoperta l’esistenza di miniere d’oro. Costruire una delle città più a nord del mondo ha comportato grandi sfide; Yakutsk poggia infatti sul permafrost e molti degli edifici sono costruiti su palafitte per preservarne la stabilità. Prima della conquista russa dell’Estremo Oriente, la maggior parte delle popolazioni indigene nella Repubblica di Sakha erano semi – nomadi e pastori di renne. Molte si sono convertite alla Chiesa ortodossa russa e sono state poi obbligate a imparare il russo durante l’epoca sovietica. Yakutsk ha un certo numero di luoghi dove i visitatori possono conoscere la storia della regione, tutti situati nel centro città e facilmente visitabili a piedi.

Come arrivare: i voli per Yakutsk possono essere costosi, ma con una pianificazione anticipata e date flessibili è possibile trovare voli andata e ritorno diretti da Mosca, Novosibirsk, Vladivostok o Khabarovsk per circa 500 dollari. Il vettore russo S7 offre le migliori tariffe.
Via terra richiede più tempo, ma vale la pena vivere l’avventura. La linea ferroviaria Amur – Yakutsk Mainline (AYAM), che dovrebbe consentire di raggiungere Yakutsk in treno. E’ possibile prendere il treno per Aldan o Tommot. Da lì, le auto private consentono di percorrere i 450-500 chilometri che mancano per raggiungere Yakutsk  a prezzi ragionevoli. Se siete in viaggio attraverso la Russia in treno e desiderate includere Yakutsk nel vostro viaggio, trasferitevi sulla linea ferroviaria Baikal -Amur (BAM) e prendete l’AYAM nella città di Tynda.
Dove alloggiare: Provate il Polar Star Hotel (24 Pr. Lenina) che si trova a pochi passi dal centro storico di Yakutsk e da tutti i principali siti turistici della città . Le camere partono da 150 dollari a notte.

Non esiste una stagione migliore per visitare la Yakuta, ma la scelta esatta del periodo di viaggio dipende dai vostri interessi e da cosa vi aspettate dal tour. Se volete sperimentare gli effetti delle temperature estreme, il periodo migliore va più o meno da Natale a tutto Gennaio. La Yakuta offre ottime opportunita’ per eccellenti viaggi estivi nella natura incontaminata e dominata da immense foreste di basse conifere interrotte solo da qualche pista sperduta (le temperature estive sono elevate e possono superare anche i 30 gradi centigradi – la Siberia non e’ solo ghiaccio e neve, ma possiede stagioni con caratteristiche diverse, proprio come tutte le altre regioni del pianeta).

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