di Giuseppe De Pietro

Alla scoperta della splendida terra, parte delle Piccole Isole della Sonda. Villaggi tradizionali si alternano alle “solite” spiagge da sogno, qui ancora prive di ristoranti alla moda e beach club


Foresta vergine, spiagge tropicali, coralli e acque turchesi. Benvenuti nell’Isola di Sumba, l’ultimo avamposto per scoprire l’Indonesia più autentica. Dimenticate le spiagge ormai affollate di Bali. Se siete in cerca del volto più sincero dell’Indonesia, volate a un’oretta da Denpasar, e dirigetevi sull’isola di Sumba.

Questa isola non è una meta turistica. E il bello sta proprio lì. Niente ristoranti alla moda, né beach club con la musica giusta e l’aperitivo al tramonto, non troverete boutique chic né caffè con grandi divani e free-wifi. Ma troverete un posto magico, dove perdersi tra una natura incontaminata, spiagge da cartolina, piantagioni di caffè e terrazze di riso.
Sumba fa parte dell’arcipelago delle Piccole Isole della Sonda, ed è una delle mete più interessanti (e sconosciute) per quello che riguarda la cultura tribale. Ad accogliervi troverete una popolazione serena e sorridente, ritmi di vita lenti, un mondo esotico e ancora autentico. Gli antichi villaggi primordiali sembrano essersi fermati nel tempo. Qui sopravvivono riti ancestrali per propiziarsi le forze della natura, case di pietra accanto a tombe e templi animisti, dove si venerano le numerose divinità sacre. La religione tradizionale si fonda sul culto dei Marapu, gli spiriti e gli antenati: oggi è ancora molto sentita dalle popolazioni indigene, influenzando cerimonie, feste e costruzioni degli insediamenti rurali. Tra i villaggi tradizionali, i più caratteristici sono Pau e Praiyawang, Waibakul e Pasung, dove osservare le tipiche case tradizionali costruite con la pelle di bufalo e le tombe giganti in pietra. Anche gli insediamenti tradizionali di Bonto Kodi e Waibakul offrono un viaggio indietro nel tempo, con gli incredibili esempi di case tradizionali con le palafitte in bambù e i tetti in paglia a punta, che arrivano anche a dieci metri di altezza. In questa zona, a 600 metri di altitudine, nascosto tra alberi tropicali e risaie, c’è il villaggio di Waikabubak, un vero gioiello: visitate anche il mercato di Waikabubak, da non perdere per fare un’esperienza diversa dalle solite, dove trovare un assaggio di vita locale, artigianato in legno di sandalo e gli splendidi tessuti ikat. Deviate per Rantenggaro per visitare invece le affascinanti tombe megalitiche.

Oltre ai villaggi, sono le magnifiche spiagge tropicali a incantare i visitatori. A Sumba infatti si trovano lunghe lingue di sabbia bianca praticamente deserte, circondate da  una barriera corallina ricca e variopinta. Sulla costa ovest dell’isola, la baia di Nghihiwatu offre un panorama da sogno, con acqua turchesi, spiagge infinite e natura rigogliosa. La giungla è quasi intatta, ricca di specie uniche: aiutati da una guida locale, si possono fare escursioni nella foresta per esplorare le sue cascate e farsi un bagno nel silenzio delle piscine naturali, o magari affrontare una discesa in pagaia con imbarcazioni locali lanciandosi lungo il fiume Wanukaka. Fermatevi a Waikelo Sawah, per ammirare la cascata nella grotta e farvi un tuffo nella sua piscina sotterranea: nei dintorni si trovano delle magnifiche terrazze di riso. A proposito di natura, sull’isola vivono più di 300 specie di uccelli, il che la rende una delle destinazioni più ricche per appassionati di bird watching.

Ma se amate surfare, il vostro paradiso si chiama Pantai Marosi: grazie a venti sempre forti e onde giganti è uno dei posti più ambiti dai surfisti di tutto il mondo. Per rilassarsi, un’altra splendida spiaggia è Panti Tosi, nella regione di Kodi, a nord ovest, tratto di costa selvaggia abitata solo da un capanno di pescatori. Per fare immersioni tutta la costa occidentale merita, con le sue perfette spiagge da cartolina, le imponenti scogliere e le palme a fare ombra. Il mare, che anche qui è ottimo per il surf, quando invece è calmo permette incontri ravvicinati con tante specie, dal Marlin alla balena blu.

Per il soggiorno la scelta è una: il resort Nihiwatu, pluripremiato resort, parte del network globale di The Leading Hotels of the World. E’ un posto speciale, non solo perché è un magnifico resort elegante e confortevole, ma soprattutto perché è ideato per proteggere e preservare la natura e la particolare cultura dell’isola in cui si trova, e per permettere ai residenti locali di mantenere le proprie famiglie. Grazie alla Fondazione Sumba tutti i profitti dell’hotel sono investiti in diversi progetti per il sostentamento della comunità, dall’acqua potabile alla sanità. La filosofia di Nihiwatu punta alla libertà totale e al mantenimento delle tradizioni locali: le 32 eleganti ville hanno infatti i caratteristici tetti in paglia, sono circondate da un giardino lussureggiante di natura vergine e, oltre alle piscine private, hanno una magnifica vista sull’Oceano Indiano. Il resort organizza tante esperienze da non perdere per rendere il soggiorno speciale, come lezioni di surf, apnea, ma anche pesca subacquea e immersioni, escursioni nella foresta e sessioni yoga su una piattaforma sospesa, davanti a un panorama incredibile. Per rilassarsi provate il Nihi Oka Spa Safari, un percorso wellness ispirato alle antiche tradizioni locali, con i trattamenti a viso e corpo delle massaggiatrici sumbanesi. Ma prima di ripartire, concedetevi una gita in barca al tramonto, per memorizzare una cartolina perfetta da questo paradiso.

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