Se la terra è malata, la colpa è nostra

di Francesco Clemente

Ognuno è figlio delle sue esperienze. Io non sono un climatologo, ma, forse, meteoropatico sì e patisco quando le temperature sono fuori stagione. Soprattutto patisco il caldo d’inverno.
Oggi, 14 marzo 2019 fuori ci sono 21°. Tengo le finestre aperte per riscaldare la casa. Qualcosa di anomalo e sempre più frequente si verifica qui in Puglia.

È chiaro che, da buon ambientalista, associo razionalmente questo fenomeno con il riscaldamento globale, e non voglio sentir parlare, per favore, di tempi lunghissimi su cui occorrerebbe fare confronti e tirare conclusioni, che è una buona scusa per lasciare le cose come stanno.
Ma, anche se non fossi un ambientalista, ho dentro di me uno spirito panico che mi fa sentire come facente parte di un tutto, e di questo tutto io oggi sento chiaramente la febbre.
Le temperature che si verificano con sempre maggiore frequenza ci dicono, per chi ha orecchie per sentire, che la “Terra è malata” e ce lo dimostra come può. Stiamo facendole del male, e Lei si lamenta.
Ma gli ottusi economisti che governano il mondo non sono così sensibili. Per loro questo è solo “bel tempo”, e continuano a predicare il verbo della crescita e dello sviluppo. Insensibili e criminali. Forse criminali perché insensibili. Io non posso fare nulla, purtroppo, salvo il non riscaldare casa e poco altro.

Dalle rilevazioni del satellite Envisat, una foto mostra lo stato dell’inquinamento di biossido di azoto, dalla Cina alla Pianura Padana. concentrazione media di biossido di azoto in Europa e Nord America. In rosso le aree più inquinate.
È la mappa più dettagliata dell’inquinamento atmosferico finora realizzata. E rende subito l’idea dell’impatto delle attività dell’uomo sulla qualità dell’aria.
È stata realizzata raccogliendo le osservazioni effettuate negli ultimi 18 mesi da Envisat, il satellite europeo dedicato al monitoraggio ambientale. Nella mappa sono registrati i livelli di biossido di azoto (NO2), gas prodotto in larga parte dall’uomo e che, in caso di esposizione eccessiva, può causare danni ai polmoni e problemi respiratori. Il biossido di azoto viene generato dalla combustione ed è pertanto uno dei prodotti principali prodotti delle attività umani: centrali elettriche, industrie pesanti e trasporto stradale sono tra i principali responsabili dell’innalzamento delle emissioni. Non manca, peraltro, l’origine naturale, causata dalla combustione di biomasse e dai lampi.

La Terra malata. Come ferite non curate, le macchie rosse che indicano concentrazioni elevate del gas, coincidono con le zone più industrializzate: le principali città del Nord America e dell’Europa. In particolare in Italia, tutta la zona della Pianura Padana presenta valori altissimi.
Tutte le megalopoli non sono esenti da inquinamento: Città del Messico in America Centrale, Il Cairo in Egitto, le città del sud est asiatico e della Cina nordorientale. Nell’Asia sudorientale e su gran parte dell’Africa si può invece notare la presenza di biossido di azoto prodotto dalla combustione di biomasse. In alcune ubicazioni sono invece visibili le scie delle imbarcazioni: ad esempio nel Mar Rosso e nell’Oceano Indiano, tra l’estremità meridionale dell’India e l’Indonesia. Le colonne di fumo delle navi che percorrono queste rotte inviano infatti una grande quantità di NO2  nella troposfera la parte più bassa dell’atmosfera, una zona che si estende più o meno tra gli otto e i sedici chilometri di quota.