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di Franco Petti

In Costa Rica e’ stata dedicata, al bradipo. Un animale che non scappa, facile da riprendere e non pericoloso. Con un problema: vive in molti ambienti diversi, e quindi abbiamo dovuto cercarlo in lungo e in largo; il Costa Rica e’ piccolo, ma le strade sono tortuose e messe male, quindi dopo 10 giorni di navigazione e 13 di jeep, abbastanza faticosi.

Dalle montagne ricoperte da foreste di nuvole, nel Parco di Monteverde, alle lunghe spiagge sulla costa atlantica del Parco di Cahuita. Luoghi eccezionalmente belli, che meritano un viaggio, dove la biodiversita’ si tocca con mano.

Monteverde e’ una zona di aree protette, di solito private o gestite da ONG, che si estende tra i 1500 e i 2000 di quota a sud del vulcano Arenal, uno dei piu’ attivi del Costa Rica (che possiede un centinaio di vulcani, non male… del resto la mitica Placca di Cocos, nel Pacifico, e’ li’ che spinge infilandosi sotto quella caraibica e sollevando il Costa Rica stesso di 10 mm l’anno!).

Una zona di foresta primaria di nebbia, o di nuvole, caratterizzata appunto da nebbie basse e umide per la maggior parte dell’anno; l’idea di salvarla dalla deforestazione fu di un gruppo di Quaqueri statunitensi, che scapparono in Costa Rica negli anni ’50 per sfuggire alla leva militare. Oggi sono ancora li’ e si dedicano alla produzione di formaggi, mentre tutto attorno il turismo cresce a vista d’occhio. Ma e’ un turismo semplice, fatto di passeggiate a piedi e osservazioni nei boschi: quetzal, tucani, colibrì e un’infinita’ di altri uccelli piu’ o meno rari. Oltre a farfalle multicolori, naturalmente, che si trovano un po’ dappertutto.

Un po’ di adrenalina viene dal canopy, cioe’ dai trasferimenti ad alta velocita’ mediante carrucole lungo cavi sospesi in mezzo o sopra la vegetazione. E’ nato proprio in Costa Rica alcuni decenni fa, e qui le proposte sono ai massimi livelli: nella zona di Selvatura abbiamo percorso un itinerario con tratte anche di 1 km, come andare in elicottero. Niente animali, penserete, e invece no: mentre attendevo il mio turno ad una stazione (piattaforma di legno a 20 p 30 m di altezza, su un albero), un Cercoletto o Kinkajou (un piccolo procionide) ha pensato bene di utilizzare il cavo per passare da un albero all’altro, mostrando grandi doti di equilibrismo.

L’altro elemento animale evidente, ma questo vale per tutto il Costa Rica, sono gli anfibi e in particolare le molte specie di rane: coloratissime, grandi e piccole, a volte leggermente velenose. Meravigliose. Per vederle, tuttavia, si devono scendere canyon (a La Paz Waterfall abbiamo attrezzato e sceso una bella cascata da 38 m, con 4 metri cubi al secondo di portata) o piu’ facilmente andare a visitare uno dei tanti ranari sparsi un po’ dappertutto in questo paese, che vi ricordo ha deciso ben 60 anni fa di abolire l’esercito e destinare quei fondi alla natura e all’educazione ambientale.

Il bradipo. Be’ ne abbiamo visti diversi, a volte su alberi piuttosto alti, ma avevamo corde, imbraco e attrezzi da risalita per raggiungerli: devo dire pero’ che in una teorica gara tra uomo su corda e bradipo, sale piu’ velocemente il bradipo… pare lento, ma nella realta’ si muove eccome, soprattutto se si tratta di una madre con il piccolo attaccato. Se invece dorme, come spesso accade, gli si puo’ andare a mezzo metro e fargli le boccacce senza scuoterlo minimamente.

Nella zona di Cahuita, ultimi giorni della spedizione, siamo stati ad un centro di soccorso per gli animali che si trova a Puerto Viejo: qui portano spesso bradipi grandi e piccoli, a volte trovati sulla strada o minacciati dalla deforestazione. E’ stato il momento in cui li abbiamo potuti toccare con mano: sono animali dolcissimi.

Ne abbiamo trovato uno su un albero in riva al mare, davanti alle grandi onde che frangevano, e lo spettacolo era davvero bello.