Giancarlo Dall’Ara

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Vi proponiamo un viaggio tra alcuni incredibili alberghi diffusi italiani,
selezionati per la loro eco sostenibilità, per scoprire angoli di Italia
autentica e fuori dal comune, per sentirvi come a casa vostra.

A tutti piace viaggiare, ma non a tutti piace perdere i
valori dell’intimità e della comodità della propria alcova. E se esistesse un
nuovo modo di viaggiare che coniugasse questi valori essenziali con
sostenibilità ambientale ed autenticità?
Sostenibilità turistica, ovvero recuperare gli antichi edifici nei borghi italiani,
adibendoli a strutture ospitali. La differenza con un normale albergo
(questa è la prima domanda che tuona nelle orecchie di chi ne sente parlare
per la prima volta) è la struttura orizzontale, non verticale: i singoli alloggi
sono sparsi per le vie del paese, mantenendo solo una reception e una
sala colazioni centralizzata.
Gli Alberghi Diffusi sono, “un po’ casa, un po’ albergo”, come vengono
definiti dal loro fondatore Giancarlo Dall’Ara. Un “prodotto” totalmente Made in
Italy che ha suscitato interesse in tutto il mondo, fino a vincere 3 importanti
premi internazionali del turismo e a essere presentato come modello di successo
da alcune delle principali testate giornalistiche mondiali (per citarne due:
National Geographic, New York Times).
Un’Italia bistrattata, emarginata, spesso snobbata: è l’italia del piccolo,
della tradizione, della cultura rurale. Non l’Italia del boom turistico, Roma,
Firenze, Venezia, ma quella dei piccoli borghi, degli angoli di campagna
sormontati da cumuli di casupole disordinate, che solo i viaggiatori più attenti
conoscono e sanno apprezzare.
Si viaggia quindi per uscire dal comune, dal consueto, dall’omologato, in un
tour di impressioni che non si limita all’appagamento degli occhi. Albergo
diffuso significa entrare a far parte della comunità ospitante, vivere veramente
il luogo in cui si soggiorna e soprattutto viverlo autenticamente.
Autenticamente e con classe, delizia, mirabile maestria. Si perché spesso queste
strutture sono realizzate riportando agli antichi splendori porzioni di edifici
dal fascino millenario. Il risultato è spesso incredibile: dormirete sotto volte
in legno, incastonate nel mattone, sotto rincuoranti lastre calcaree, in letti
di solido ferro battuto, o ammirando un affresco sgargiante al vostro capezzale.

Dormire in un antico castello, Albergo Diffuso Torre della Botonta, Umbria
L’idea, un po’ bislacca e un po’ visionaria, è sgorgata inaspettatamente come
acqua guaritrice dopo una tragedia: il terribile terremoto che colpi il Friuli
negli anni ’70. La necessità era quella di ricostruire tutto da capo, perché
molte zone della regione erano state colpite duramente dalla calamità naturale.
Il primo progetto che definì più chiaramente i contorni dell’Albergo Diffuso fu
quello di San Leo, nel 1989, che vide l’ideazione di una struttura ricettiva
unitaria, sviluppata però orizzontalmente anziché verticalmente. Un progetto
disegnato, ideato e voluto da Giancarlo Dall’Ara, docente universitario dalle
mille sfaccettature e proposte, di cui ricordiamo, per tutte, quella sui piccoli
musei italiani.

L’Ospitalità Diffusa di Sauris, in Provincia di Udine. Questo borgo autentico e
membro della Alpine Pearls, è un antico paese situato nel cuore delle dolomiti
friulane. Chi vive a Sauris sa che le tradizioni locali e il retaggio antico è stato
preservato solo grazie alla sua caratteristica posizione protetta e isolata.
Solamente 80 anni fa è stata costruita la prima strada di collegamento con
la Carnia; fino ad allora, giungere in questi posti era un’impresa assai ardua.
Chiunque decida di visitare queste lande, è di per sé un viaggiatore singolare e
sofisticato (nella ricerca, si badi, non nella forma): il modo migliore per
vivere a pieno lo spirito della Carnia è proprio soggiornare presso questo
incantevole Albergo. Questo è stato uno dei primi alberghi a presentare
l’ospitalità diffusa e a prendere piede dopo il terribile terremoto degli anni
’70: il merito della riuscita di questo progetto innovativo va tutto ai suoi
abitanti, che con grande forza e capacità imprenditoriale hanno saputo
ricostruire questo meraviglioso luogo. Con la costruzione dell’Albergoè stato
possibile il recupero di stalle, fienili e abitazioni, trasformate in unità
ricettive.
Agli occhi di chi visita si apre una prospettiva di cordialità e accoglienza
schiettamente alpina: tetti in scandole di larice, poggioli in legno, muri in
pietra, tecnica del “block bau” (i famosi tronchi di legno sovrapposti,
incastrati agli angoli). Anche la metodologia di riscaldamento è spessissimo
ecologica: stufe a legna o a combustibile naturale e caminetti la fanno da
padrone.
La vera chicca è la colazione: servita tutte le mattine in cesti di vimini,
lasciati dai gestori, davanti alla porta di ogni abitazione, è composta
prevalentemente da prodotti tipici. La struttura diventa
in quest luoghi anche una concreta occasione per catalizzare eventi sociali e
culturali: ogni anno vengono organizzati corsi di cucina con la chef trevigiana
Elena Cossutta. In questo modo si crea un contesto non solo di ospitalità, ma di
condivisione di memorie da assaporare, in un’esperienza unica e senza tempo.

L’Albergo Diffuso di Castel San Giovanni della Botonta, parchi e abbazie, vino
e antichi borghi che sia affacciano curiosi alla collina rigogliosa; e ancora cucine,
torri, rocche: siamo in Umbria, la terra dei tesori nascosti. Nel bel mezzo del
suo verde sorge l’Albergo Diffuso Torre della Botonta, precisamente a Castel
San Giovanni in provincia di Perugia, piccola frazione del paese di Castel Ritaldi.
In questo meraviglioso complesso del 300 la struttra ricettiva è stata ricavata
interamente sugli antichi edifici della fortezza: la banca, l’antico comune, il forno
e la torre di guardia.
Questa residenza si merita proprio la nostra medaglia poiché è totalmente
ecosostenibile: ha completamente recuperato tutti i materiali della tipicità
architettonica locale e storica, preservando atmosfere del passato. Sette
stanze, ognuna delle quali presenta il nome di una fibra naturale: Canapa, Seta,
Lino, Juta, Cotone, Lana e Cashmere. Sempre nel pieno rispetto dell’ambiente, il
ristorante dell’Albergo Diffuso propone solo piatti tipici di stagione,
utilizzando rigorosamente prodotti locali.
Qui la vera curiosità sono i locali e la loro mirabile ricostruzione: soggiorni
affrescati, antichi camini e grotte di collegamento tra diversi ambienti,
coniugati ad accessori minimal e alle più moderne possibilità di confort. Per
godere dell’antico senza perdersi un attimo del moderno.

I misteri dell’Albergo Diffuso Borgo Sant’Angelo, siamo ancora in Umbria,
a Gualdo Tadino, tra gli Appennini che fan da cappello ad Assisi e Perugia,
come immenso vezzo innalzatosi al cielo. Qui sorge un vecchio monastero,
dove pietra e travi custodiscono gli antichi segreti del passato: è l’Albergo
Diffuso Borgo Sant’Angelo.
Un’oasi antica, fatta di dieci camere, tutte raccontano una storia precisa,
dall’altrettanto preciso denominatore comune: il legno e la pietra. Qui la
materia è la padrona di casa, sarà lei ad accogliervi in una danza circolare,
alla scoperta della poesia dell’artigianato umbro. Nella Sala della Cucina ad
attendervi un interminabile tavolone da far invidia ai più magnificenti palazzi
storici, imbandito ogni mattina a festa con abbondanti e “stuzzichevoli”
colazioni di soli prodotti locali. Il bar, con la sua accoglienza fatta di vino e
liquori forti vi aprirà le porte sino alla Sala della Storia, provvista di un
ricco catalogo di volumi da sfogliare ed annusare incuriositi. Il relax si può
trovare anche in giardino, ex orticello dei monaci, che nasconde in ogni angolo
una memoria fatta di sudore e fede.

Un’altra occasione da non perdere per scoprire il cuore di quella piccola
regione italiana racchiusa tra vallate rigogliose e opere d’arte di inestimabile
valore.
Albergo Diffuso di Lauco, le geometrie forti e aspre sono quelle delle Dolomiti
Carniche, la cornice è tipicamente alpina, la provincia è quella di Udine; ma il
lembo remoto di terra che vi presentiamo non lotta con le ripide salite delle
montagne friulane, si distende invece in uno spazio aperto, in un assolato
altopiano, circondato dalla vastità della natura e da orizzonti leopardiani.
Sette sono le frazioni che compongono questo particolare, ma meraviglioso
altopiano del Friuli: Chiassis, Trava, Avaglio, Lauco, Allegnidis, Vinaio e
Buttea, tutte caratterizzate dagli antichi casolari e stalle in pietra, con
tetto in legno e i tipici archi in tufo. Qui in Carnia abbiamo visto che turismo
fa rima con sostenibilità. Lauco prende, infatti, orgogliosamente parte al
progetto Albergo Diffuso con tutti questi paesini, così da ridare una nuova vita
a luoghi altrimenti destinati con il tempo a scomparire. Qui è possibile vivere
un’esperienza da veri alpini in edifici tradizionali, tutti disposti nel cuore
delle sette frazioni. A stupirvi arriveranno eleganti rifiniture in cotto, muri
in pietra, arredamenti in legno, balconi panoramici che sovrastano le vallate
adiacenti e splendidi giardinetti a disposizione degli ospiti delle abitazioni.
Infinite le attività disponibili nel corso di tutte le stagioni: dal trekking
all’alpinismo. Poco distante si trova la Forra della Vinadia, un canyon profondo
200 metri originato dall’erosione millenaria dell’omonimo torrente, si tratta di
uno dei monumenti naturali di maggior pregio dell’intera area carnica, splendido
testimone dell’antico passato di queste terre di confine. Suggestioni celtiche e
leggende da rileggere…per una vacanza da ricordare.

Sulle pendici della Costiera Amalfitana: l’ospitalità diffusa i Ruderi
Si percorre una strada che da Vietri continua tortuosa fino
alla punta di Fuenti, attraversa il vallone dell’Albore ed è dominata per breve
tratto dai paesi di Raito e Albori, si continua poi fino a raggiungere l’antica
conca di Cetara avvolta dal monte Falerzio, in parte verdeggiante e rigoglioso
di agrumi ed in parte rado e selvaggio. Il panorama è da cartolina. La vista del
Tirreno spezza il fiato.
Un’alta proposta di viaggio lontana dalle formule tradizionali. I ruderi ha
recuperato, appunto, ruderi di antica e sapiente memoria, con attenti e
meticolosi lavori di restauro e risanamento conservativo.
Anche qui la vera ricchezza è data dai luoghi, autentici e dinamici scrigni di
immagini da regalare ai viaggiatori. Con questa valorizzazione turistica degli
insediamenti rurali sparsi si riesce, anche nella sofisticatissima Costiera dei
gagà partenopei a far fluire un’idea di turismo di nicchia, differente, ma
altrettanto raffinato.

L’eco villaggio Torri Superiore, un mare variopinto di suoni e luci
Lontano dai porti marittimi con grandi yacht, lontano dai locali di lusso, dalle
feste private, dalle file di ombrelloni accavallati sui sassi, esiste una
Liguria diversa, intatta. A due passi da Ventimiglia.
Il villaggio Torri Superiore è un perfetto esempio di recupero sostenibile di un
borgo medievale nell’entroterra ligure. Quell’entroterra fatto di casupole
colorate, incastonate, arroccate, arrampicate sulla roccia.
Torri Superiore è un gioiello di architettura popolare che ha ritrovato nuova
vita grazie a un gruppo di giovani volenterosi che lo ha trasformato in un
centro culturale permanente, di accoglienza turistica e di ricerca di una
sostenibilità ambientale ed umana.
Qui è possibile concedersi qualche giorno di relax ai piedi della Alpi
Marittime, contemplando un mare verde e blu, mai convenzionale, dai riflessi
variopinti. Qui è possibile ascoltarne lo sciabordio delle onde infrante in
mille pezzi sugli immancabili scogli neri. Qui è anche possibile godere della
struttura ancestrale dei locali: pietra, archi, volte e travi a vista. Qui si
possono gustare i prodotti Km0 tipicamente mediterranei: carne, pesce, formaggio
e frutta fresca.
L’atmosfera di Torri Superiore è semplice ed informale, e ci si può inoltrare
anche nell’entroterra, lungo sentieri scoscesi, o percorrere la stradina
parallela al Bevera e fermarsi nel punto in cui il torrente forma delle vasche
di acqua limpida per fare il bagno. Gli esperti camminatori possono percorrere
la rete del Sentiero Balcone che collega l’Italia con la Francia, godendo di
viottoli e mulattiere che fendono le colline e cadono a piccol sul mare. Nella
terra che tutto può e tutto nasconde. Nella terra della “crêuza de ma”.

Le valli orobiche, ospitalità diffusa ad alta quota Ancora Alpi, ancora bricchi
innevati e formaggi stagionati con cura. Siamo in
un’azienda agrituristica che si trova ad Albosaggia, alle porte di Sondrio, 350
i metri di altezza, perfetto crocevia per le escursioni nel Parco delle Orobie
Valtellinesi. Nata come Agriturismo l’azienda ha spalancato le braccia al
progetto ospitalità diffusa, gestendo ora taluni appartamenti ricavati nel
caratteristico borgo.
Qui il buon cibo regna sovrano a presidio delle tradizioni contadine montane. Si
possono assaggiare, sia a pranzo che a cena, oltre che a colazione, ottimi
salumi e formaggi. Vi è inoltre un caseificio in cui il latte viene lavorato
crudo, consentendo a chi assaggia i formaggi di assaporare tutto il gusto
ottenuto dall’alimentazione delle mucche, prevalentemente composta da fieno e
erba durante l’estate.

Il Grop, gustare il sapore antico della montagna, Le stradine s’inerpicano su
cime aspre e spietate, la natura diventa maestosa, imponente, madre. Siamo
a Carnia, un nodo di sensazioni che “IL GROP” (“Nodo” in friulano) traduce
nella nuova forma di ricettività dell’Albergo Diffuso. Il Grop
unisce tre comuni diversi: Ovaro, Raveo e Prato Carnico con tutte le loro
sorprese in un unico villaggio “globale”. Le strutture sono incantevoli,
incantevole il clima, anche quando gelido, spettacolare il cielo terso.
Qui potrete godere dell’armonia pura: in equilibrio tra verde e azzurro nella
purezza di un’aria che sa ancora di fieno e legno; immersi nel ciclo delle
stagioni, tra fiori che sbocciano e foglie che cedono all’incessante autunno.
Come non lasciarsi travolgere anche dal sapore antico e semplice dei piatti
tradizionali? Ottimi ed abbondanti nella loro squisita accezione alpina. Si
possono riscoprire momenti di religione semplice e diretta nelle graziose
chiesette nascoste nel fitto dei boschi e dalle imponenti pievi che campeggiano
su tutta la vallata; godersi il silenzio mistico dei sentieri lontani dai
circuiti di massa.
Un modo per ritrovare nei gesti e nella lingua locali i segni di una storia
antica e ricca di vicissitudini.

Albergo Diffuso di Comeglians, la Carnia che non ti aspetti La Carnia è uno di quei
luoghi che incantano in ogni stagione dell’anno, dalle fioriture primaverili,
ai sapori e ai boschi autunnali fino ai primi fiocchi di neve, che ricoprono
con un soffice e candido manto, l’intero paesaggio. Patria
degli sport invernali certo, ma soprattutto luogo perfetto per gli amanti della
natura molto spesso ancora incontaminata, perché meno conosciuta rispetto a
molte altre zone delle Dolomiti. L’esempio perfetto di armonia con il paesaggio
è rappresentato dal piccolo borgo di Sauris, il primo Albergo Diffuso che
abbiamo presentato, ma non è certamente l’unico nella sua zona. Il Friuli
Venezia Giulia è infatti una delle prime regioni in Italia per il numero di
Alberghi Diffusi presenti sul territorio.

Questo Albergo Diffuso è una delle prime strutture della regione ed è
considerato uno degli Alberghi Diffusi storici d’Italia. La sua storia inizia
nel ’78, quando alcuni esperti del Politecnico di Zurigo andarono a studiare sul
campo la situazione e diedero vita al primo progetto di riconversione
territoriale. Nel 2000 venne aperta la struttura. La filosofia è analoga a
quella di Sauris, recuperare i vecchi edifici situati in tre diverse frazioni:
Maranzanis, Povegliano e Tualis, racchiuse tra i massicci dello Zoncolan e del
Crostis, in una verdissima vallata, dove i ritmi di vita sembrano non aver mai
conosciuto, né incontrato la frenesia e lo stress tipici della società odierna.
Ci sono ben 23 alloggi sparsi tra le diverse frazioni, che distano pochi
chilometri dal centro di Comeglians, antiche abitazioni rustiche, cascine,
stalle in pietra sono state ristrutturate utilizzando i mobili d’epoca di
famiglia, oppure un arredamento più moderno e semplice, ma garantendo per tutti
gli alloggi un carattere forte e autentico, che incarna pienamente l’identità
della montagna friulana. Vero “simbolo” dell’ospitalità diffusa questa struttura
possiede una reception situata nell’antica latteria, proprio per voler dare una
continuità con la tradizione e il territorio. Anche la sala ristorante, in cui
gli ospiti possono godere della gastronomia carnica, delizia gli occhi con i
gustosi piatti offerti dalle malghe, situate sui sentieri di montagna.

Fermare il tempo a Forgaria Monte Prat, lo spirito della Carnia, un’altra perla Friulana,
regione emblema della filosofia dell’ospitalità diffusa.
Un gruppetto di case abbarbicate sui monti, che guardano la maestosità delle
Alpi. Sia d’inverno che d’estate queste abitazioni possono infondere pace e
silenzio inaspettati. I ritmi di vita rallentano, le case di un tempo fermano il
tempo, questo lo slogan della struttura. Perla rara di quella saggezza di
campagna che sta alla base del saper vivere a contatto con la natura. Ottime
colazioni, impressionante landscape.
Le strutture sono tipicamente friulana, case coloniche in sasso e legna. Granai,
tetti e focolari per rinvigorirsi dal freddo. Neve appolaiata sui monti, spacci
di buon formaggio e vallate verdi a coronare un soggiorno da fiaba dei fratelli
Grimm.

L’Albergo Diffuso è certamente un modo autentico e sostenibile di visitare i
luoghi. Ma non solo. Si tratta anche di una concreta opportunità di
redistribuzione del reddito, della possibilità di dare lavoro a centinaia di
giovani, di valorizzare le realtà più belle ed inespresse del nostro paese.
Perché non provare a rifletterci?

Nota importante per il lettore: non tutti i borghi italiani possono essere
validi per creare un Albergo Diffuso, ma solo quelli che sono ancora “attivi”,
che hanno, cioè, una popolazione proattiva e propositiva (in cui siano ancora
presenti negozi, botteghe, ristoranti, musei…).

http://ecobnb.it/blog/2013/11/alberghi-diffusi-sostenibili/dormire-in-un-antico-castello-albergo-diffuso-torre-della-botonta-umbria