di Franco Gualtieri

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Nessuna sorpresa di dove si vive meglio. Il rapporto mondiale sulla felicità, l’Italia detiene il 50mo posto e ci sono indizi di peggioramento, mentre in Svizzera è il Paese dove la gente è più felice al mondo, davanti a Islanda e Danimarca.

Uno spaccato che per la prima volta fotografa anche l’impatto della crisi economica degli ultimi anni sullo stato psicologico e sulla soddisfazione di sé delle popolazioni più colpite. E l’impatto si vede eccome: la Grecia è il Paese dove l’indice della felicità ha accusato il più forte calo nel mondo: ben 1,5 punti in meno (su 10) rispetto al periodo pre-crisi. Una flessione record a livello mondiale. Non va molto meglio all’Italia, che nello stesso intervallo di tempo ha perso 0,8 punti di felicità, la terza flessione più grande dopo quelle di Grecia ed Egitto.
Male anche la Spagna (-0,7). L’Italia però mantiene una posizione assoluta discreta (cinquantesima su 158 nazioni censite), così come la Spagna (trentaseisesima), mentre la Grecia precipita alla posizione numero 102, tra lo Swaziland e il Libano. Atene è lontanissima da Gran Bretagna, 21esima, Germania, 26esima, e Francia, 29esima.

Il rapporto dell’Onu, cerca di misurare la felicità dei singoli Paesi attraverso un indice che sintetizza numeri reali come il reddito pro capite e l’aspettativa di vita e percezioni di sé.
La Svizzera, con un punteggio di 7,59, ha così battuto l’Islanda (7,56), la Danimarca, che in passato aveva ottenuto il primo posto (7,52) e la Norvegia. Nella top ten ci sono anche Canada, Finlandia, Paesi Bassi, Svezia, Nuova Zelanda e Australia. Fuori dai primi dieci posti invece gli Stati Uniti, che si sono piazzati quindicesimi, L’identikit della felicità insomma non sembra avere nulla a che fare con le condizioni climatiche (molti dei Paesi in cima alla classifica hanno climi rigidi) ma al contrario è legato al clima economico e alla capacità delle istituzioni di governare la società. Al polo opposto, nelle ultime dieci posizioni ci sono ben otto Paesi dell’Africa subsahariana, più Siria e Afghanistan, due Paesi vittime di anni di guerra.
Il crollo di un Paese come la Grecia, affermano gli autori del rapporto, va ben oltre le perdite legate a fattori economici, perché ha intaccato «la struttura sociale» del Paese. «Se le istituzioni si rivelano inadeguate di fronte alle sfide poste dalla crisi, l’impatto sulla felicità è ancora maggiore» di quanto dicano le statistiche economiche.
Il primo indice Onu della felicità è stato realizzato nel 2012. All’origine c’è stata un’iniziativa del Bhutan, il primo Paese al mondo ad aver introdotto un indice nazionale della felicità.

Il denaro non basta. Per la prima volta il rapporto sottolinea con particolare attenzione le conseguenze della iniqua distribuzione del benessere all’interno di un Paese. Le società più felici sono infatti quelle in cui c’è meno disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza. Dal report emerge infine come la felicità percepita, intesa come soddisfazione di vita, sia un indicatore migliore del benessere di una nazione rispetto all’abusato prodotto interno lordo.