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di Giuseppe De Pietro

Spiaggia bianca e mare blu, na spruzzata di palme attorniata da spiagge bianche in mezzo a un mare blu. Le Maldive nell’Oceano Indiano ne rappresentano la quintessenza. Un viaggio anche in epoca di spostamenti di massa, significa realmente provare a mettere in pratica, di persona, un’esperienza radicalmente diversa da quella a cui è abituato chi vi sbarca. Perché è un mondo fatto essenzialmente di acqua, non vi sono costruzioni che superano in altezza le palme. Perché, a parte un po’ di traffico e affollamento nell’isola principale, non vi sono moltitudini, né automobili, né grandi rumori. Perché ogni isola si può attraversare a piedi in pochi minuti, solo poche isole sono più lunghe di un paio di chilometri; la più lunga, Hithadhoo nell’atollo di Adu. Perché l’orizzonte è libero, senza chiusure, delimitato solo da diversi strati di barriera corallina e da un sistema complesso di lagune e canali interni. Perché soffiano venti monsonici su acque che sembrano, a volte, di cristallo. Perché si percepisce una rara sensazione di distacco, di quiete, di possibile grazia.

Le Maldive sono un’icona dei mari tropicali, eden dove nuotare tra delfini, mante e tartarughe, mete ideali per chi mette al primo posto mare e fondali. I coralli con i loro colori brillanti, bastano maschera e boccaglio per godersi lo spettacolo e fare incontri entusiasmanti. Impossibile non avventurarsi almeno con maschera e pinne in mare (pescimu lticolori, barriere coralline incredibili, tartarughe, conchiglie, battute di pesca notturna dalle tipiche imbarcazioni locali (dhoni) sotto un cielo con milioni di stelle, escursioni alle isole dei maldiviani. Il piacere di leggere qualche bel libro nella quiete ombrosa dei palmeti lambiti dalle microscopiche onde.
Qui vivono oltre un migliaio di specie di pesci, 5mila molluschi e più di 200 varietà di coralli. Se il trend dei viaggi, negli ultimissimi anni, è di tornare alla semplicità, alle vacanze eco-friendly, gli atolli remoti delle Maldive nascondono ancora un lato vergine, autentico. Dove si possono dimenticare scarpe e mise modaiole.

Paradisi dove la mano dell’uomo si è posata leggera, senza danneggiare l’ambiente. Adatti solo a chi mette al primo posto mare e fondali, dove non mancano resort ecochic costruiti in materiali naturali, nel rispetto dell’ambiente. Soggiorno-lusso al Vadoo Adaaran Prestige sull’atollo di Malè Sud, uno dei più piccoli delle Maldive, a 15 minuti di barca dall’aeroporto internazionale. È il luogo ideale non solo per gli amanti delle immersioni ma anche per chi cerca il puro relax. Buon rapporto qualità-prezzo al Chaaya Island Dhonveli , sull’isola di Kanu Huraa. 148 le camere, tutte arredate in stile maldiviano con tetti in paglia e pavimenti in legno. 36 water bungalow permettono, a chi lo desidera, di dormire sull’acqua
circondati dal mare turchese e da isolati banchi di sabbia. La spiaggia bianca, che accentua il contrasto con il colore del mare, garantisce un’atmosfera paradisiaca, soprattutto per le giovani coppie in vacanza. Per una vacanza a prezzi d’occasione c’è Sun Island Resort & Spa , sull’atollo di Ari. È raggiungibile in 30 minuti di idrovolante o 2 ore e 30 minuti di barca veloce. Il resort è completamente immerso nella vegetazione tropicale e le sistemazioni Water Bungalow hanno una scaletta privata, per un accesso diretto alla laguna.

Isole di formazione corallina, sperdute nelle splendide acque dell’Oceano Indiano, si estendono su un braccio di mare lungo ottocento chilomentri. Una miriade di atolli cullati da un mare sempre calmo, dai colori sfavillanti, protetti dalle grandi barriere coralline. I fondali sono ricchi di flora e fauna, tra i più abbondanti del pianeta. Sott’acqua splendide formazioni madreporiche tra le quali nuotano mante, trigoni, aquile di mare, tonni e carangidi. Solo sott’acqua si capisce cosa siano le Maldive, si comprendono la completezza e la perfezione di un mondo plasmato unicamente dal mare.

Le attuali isole sono ciò che rimane di un lungo e complesso fenomeno geologico: l’ originario arcipelago vulcanico (una decina di isole di dimensioni comprese tra l’isola d’Elba e la Sardegna), era circondato da grandi barriere coralline (grande reef) intorno ad ogni isola. Lo sprofondamento avvenuto al termine dei fenomeni di vulcanismo, ha permesso al mare di penetrare all’interno delle barriere coralline (che continuavano a crescere), trasformando così le grandi isole in atolli.
Quegli accumuli di sabbia corallina superstiti all’interno degli atolli, consolidati dalle mangrovie e dalle palme e protetti da ulteriori barriere coralline, sono le circa 2000 isole Maldive.

Le forme prevalenti di queste terre emerse, in progressivo restringimento, sono due: le isole al limitare del grande reef (sui bordi degli atolli) sono strette meno di un centinaio di metri e lunghe mai più di 500 metri, e presentano verso l’interno dell’atollo grandi lagune (zone di acqua bassa comprese tra la battigia e la barriera corallina); le isole all’interno dell’atollo sono invece di forma tondeggiante con lagune estese in maniera tanto più simile alla forma dell’isola quanto più si è lontani dal bordo dell’atollo le dimensioni non superano, se non raramente, quelle di quattro campi di calcio.
A causa dell’assenza di risorse (cibo, acqua, materiali diversi da legno e corallo) e dell’importuosità di queste piccolissime isole (disseminate in un’area vasta poco meno dell’Italia con una superficie emersa grande quanto il centro di Roma), l’insediamento di popolazioni di origine indiana e singalese si limitò a villaggi di pescatori fino al 1100 d.C. quando l’islamismo unificò in un sultanato tutto l’arcipelago.

L’isola-capitale, Male, si trova nella zona meridionale dell’atollo di Male Nord, è la più grande e l’unica raggiungibile da barche di grosse dimensioni; è anche l’unico posto dove c’è una certa convivenza tra maldiviani e stranieri: infatti il governo di religione islamica ha causato un curioso fenomeno di isolamento concedendo alla costruzione di villaggi turistici un centinaio di isole, in altre 150 risiedono i maldiviani e vi sono concesse solo brevi visite per l’acquisto di souvenir (altre 1800 isole sono disabitate); solo gli uomini possono recarsi, per lavoro, sulle isole per turisti.

Un universo sommerso d’ineguagliabile bellezza, meraviglie che non smettono mai di appagare i sensi.
Hulule, l’isola-aeroporto, si trova a circa 1 chilometro da Male, nello stesso atollo (Male Nord) che comprende qualche centinaio di isole ed ha un diametro di circa 60 chilometri; l’atollo di Male Sud, è grande circa la metà ed è separato da 3 chilometri di mare aperto dall’aeroporto. Il clima sempre caldo anche la notte (per sicurezza può bastare una felpa specie per l’eventuale aria condizionata ) , i periodi a rischio di pioggia sono i mesi di Aprile ed Ottobre a causa dei monsoni.