di Giuseppe De Pietro

Senza neanche saperlo, molti di voi potrebbero abitare nei pressi di un bell’alberello di pere o mele cotogne, oppure di corniole o giuggiole o corbezzoli. Ancora oggi queste piante antiche rappresentano un patrimonio inestimabile per la biodiversità che vale la pena tutelarle e ricominciare ad apprezzare, quando si vanno a scovare frutti esotici provenienti da paesi lontani, estranei alla nostra tradizione, magari pagandole a caro prezzo.

Esistono molti frutti che sono scomparsi, o che vanno scomparendo dal mercato, e che per molti di noi sono sconosciuti perché sono diventati una rarità. Sono dei frutti solitamente “bruttini”, esteticamente non molto attraenti, magari con un gusto un po’ particolare: sono quelli che vengono chiamati “frutti antichi” (nel senso che in passato venivano maggiormente utilizzati).

I frutti antichi non sono altro che quei frutti che, sopratutto dal dopoguerra in poi, sono andati via via scomparendo dal mercato. Non per nostra scelta, ma come conseguenza dell’avvento della frutticultura industriale: un processo necessario e spesso inevitabile ma che, comunque, noi dobbiamo necessariamente subire.

Quando si parla di frutti antichi, ci si riferisce più precisamente a quelle specie vegetali già esistenti sul nostro territorio oggi trascurate dalla nostra agricoltura, e scomparse dalle nostre tavole. Questo inesorabile processo di abbandono di coltivazioni agricole tradizionali, oltre che dalla produzione industriale di massa, è stato favorito anche dalle importazioni.

Non è però ancora detta l’ultima parola! Infatti, negli ultimi anni si sta parlando sempre di più di biodiversità, anzi di agro-biodiversità, e sono molte le associazioni, i contadini produttori, i veri appassionati che si prodigano per riportare sulle tavole degli italiani i questi frutti antichi.

Alcuni frutti antichi

Le mele cotogne. Tra tutti i frutti antichi, probabilmente le mele cotogne sono quelli che più sono conosciuti. Sono i frutti dell’albero del melo cotogno (chiamato però anche pero cotogno). Sono di colore giallo oro intenso, sono di dimensioni variabili, e sono di forma più allungata. Utilizzate fin dall’antichità, da greci e romani, le mele cotogne hanno avuto per secoli un grandissimo successo in Italia, pronte per essere utilizzate per marmellate, conserve e liquori ma anche utilizzate come frutti aromatici. Improvvisamente, a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, la richiesta di frutti del cotogno è diminuita a tal punto che ora è considerato un frutto antico. I frutti non sono consumabili freschi, perché sono duri e un po’ aspri.

La mela cioca rumela. Si tratta di un frutto lungo, di colore rosso, dal sapore gradevole. Si tratta di un frutto davvero bizzarro, in quanto la sua parte interna è cava e -quando lo si mangia, oppure quando lo si muove – si avverte un rumore particolare: sono i suoi semi che sbattono.

La pera strangola preti. Un’altro frutto antico molto particolare è la pera strangola preti. Viene mangiata solo quando è cotta. La si raccoglie nelle prime settimane di ottobre. Questa pera, piccolina, ha una polpa croccante e molto aromatica.

La pera volpina. Anche la pera volpina è una specie di frutto molto particolare, dall’origine misteriosa, ma che cresce rigogliosa tra le viti in Umbria sopratutto. La sua polpa è bianca e poco succosa, con media granulosità. Va mangiata cotta, ed è anche adatta ad aromatizzare i vini ed i liquori, o per preparare delle marmellate.

Il sorbo (detto anche sorbe, sorbole, sorba) è il frutto, di color giallo-rossiccio, dell’albero del sorbo. Forse avrete già sentito parlare di quest’albero e del suo frutto, magari come esclamazione o qualche detto antico. Ma questo frutto esiste davvero ed era apprezzatissimo dagli antichi romani per le sue proprietà benefiche e, più avanti nei secoli, veniva anche apprezzato per essere trasformato in sidro o marmellate.

Le corniole. Le corniole sono le bacche rosse e succose del corniolo. Il corniolo è solitamente conosciuto per il suo legno e come pianta ornamentale. Però ha un frutto simile alle olive, carico di sapore, forse un po’ acidulo ma comunque gustoso, con cui è possibile produrre delle gelatine, dei liquori, dei dolci e molto altro ancora. Come quasi tutti i frutti antichi, anche le corniole sono ricche di proprietà benefiche per il nostro corpo.

Il biricoccolo o susincocco. Il biricoccolo è un piccolo frutto arancione, con una buccia pelosa che sembra ad un’albicocca. Infatti, viene anche chiamato albicocca del Papa. In realtà è un’incrocio tra l’albicocca e la prugna, ed era diffusissimo sia al Sud che in Emilia Romagna. Questi frutti si possono raccogliere all’inizio di luglio, ed è possibile gustarli freschi o preparare una deliziosa marmellata.

Le giuggiole. Un’altro frutto antico sono le giuggiole. La giuggiola è il frutto prodotto dalla pianta del giuggiolo. Quando lo assaggerete vi scioglierete veramente in un brodo di giuggiole. Utilizzato già dagli antichi romani, l’albero viene considerato un porta fortuna, è ha un alto valore simbolico. Con i suoi frutti (le giuggiole) è invece possibile fare dei liquori e delle marmellate dal sapore molto dolce.

Dove trovare, e dove avere informazioni sui frutti antichi

Negli ultimi anni, sono molti gli appassionati che stanno recuperando i semi e le antiche tecniche di coltivazione, e vanno aumentando colore che a casa proprio producono i “propri” frutti antichi.

Naturalmente esistono anche dei produttori che coltivano e che vendono questi frutti, e che li spediscono anche in tutta l’Italia, come l‘azienda di Maioli o l’azienda agricola Le Comunaglie. In entrambi i loro siti internet, potrete esaminare i loro cataloghi con le loro varietà di frutta antica.

Potete anche inviare un vostro ordine per iniziare a scoprire queste varietà.

Ma il modo migliore per scoprire e per assaggiare questi frutti antichi è di partecipare alla festa ‘Frutti Antichi‘ che -dal 1996- si tiene ogni anno a Paderna, in provincia di Piacenza, e che é promossa dal FAI (Fondo Ambiente Italiano).

Questa festa dei frutti antichi, negli ultimi anni si è davvero ampliata fino a raddoppiare. Vi potrete trovare, infinite specie di frutti dimenticati, piccoli produttori locali, appassionati ed esperti che mostrano e che spiegano tutte le caratteristiche e le varietà di mele, di pere, di prugne e molto altro ancora.

Oltre alla festa del FAI, sparse per l’Italia ci sono molte altre fiere di frutti antichi .

Chi fosse interessato ad approfondire l’argomento può consultare il libro ‘Frutti dimenticati: 100 varietà antiche e rare da scoprire’ che raccoglie tutte le curiosità e le varie specie di frutti antichi riscoperte in Italia.