di Giuseppe De Pietro

Il profumo ci serve per comunicare al pari dello sguardo della gestualità e della parola. Lo sappiamo perché lo abbiamo imparato dalla natura.
È esperienza comune di come la pelle delle donne durante il periodo di maggior fertilità (nei giorni dell’ovulazione) emani un odore più intenso per farsi notare e per attirare il genere maschile.
Più in generale, il ruolo del profumo nella riproduzione animale è cosa acclarata.
Ma a comunicare con i profumi sono anche le piante, e non solo quelle blasonate in profumeria, ma anche i semplici fili d’erba.
Il profumo dell’erba che annusiamo quando ci sdraiamo sul prato è dato da un gruppo di molecole, ovvero, “sostanze volatili delle foglie verdi”, che è costituito prevalentemente da una serie di molecole a 6 atomi di carbonio. Queste molecole sono continuamente rilasciate (in basso dosaggio) dagli steli.
Se però i fili d’erba “subiscono una aggressione” e vengono tagliati, allora il profumo si fa più intenso, cambia la composizione chimica e quindi la fragranza.
È un meccanismo di difesa e di allarme geniale e sofisticato a seconda della “minaccia” che subisce l’erba sprigiona odori leggermente diversi, che cambiano, ad esempio, se viene brucata da un erbivoro o tagliata da un tagliaerba. E tutto questo non avviene per caso!
Questo cambiamento del profumo infatti scatena quattro azioni e reazioni: di
⁃ È innanzi tutto antibatterico e antifungineo, a protezione dello stelo nel punto in cui è stato reciso.
⁃ È poi repellente per gli insetti erbivori che sono pericolosissimi per la pianta in quel momento di fragilità.
⁃ Funge inoltre da allarme per le piante che si trovano nei dintorni, le quali – avvisate chimicamente dal prato – mettono in atto i propri meccanismi di difesa, quali il rilascio dei repellenti e lo stivaggio dei nutrienti verso le radici.
– È infine – e qui la natura stupisce! – un potente richiamo per gli insetti predatori, i quali arrivano sul prato per attaccare eventuali animali che fossero causa del taglio degli steli dell’erba.
Che straordinario processo di comunicazione con l’odore! Incredibile davvero!
E pensare che vi abbiamo assistito centinaia di volte, ignari di ciò che stava davvero accadendo.
Perché il profumo è così: comunica senza farsi vedere.

Dice il maestro profumiere Sileno Cheloni: “Il profumo si colloca nel regno dell’invisibile ed evoca tutto ciò che è percepito ma non visto. “The perfume”, è un tributo alle donne artiste e alle loro preziose opere d’arte che sono rimaste occulte nell’ombra della nostra memoria collettiva, in attesa di essere riscoperte. Note di violetta, polvere di talco, e setosa camomilla blu, avvolgono un ‘ostaggio’ di rara purezza dalle misteriose terre dell’India: il fiore di Osmanto. La fragranza si chiude con un sorprendente accenno di tabacco biondo.”
AquaFlor è una speciale Maison de Parfums che lavora a Firenze dal 2009 per coltivare e preservare l’arte dei tradizionali profumi fiorentini artistici. AWA e AquaFlor hanno sviluppato un’esclusiva partnership in onore alle artiste dimenticate dalla storia con una ‘indimenticabile’ fragranza. I proventi sostengono la conservazione dell’arte al femminile, dipinti e sculture, a Firenze e in Toscana.

A Firenze è proprietario e anima di Aquaflor, la profumeria artistica a due passi da piazza Santa Croce. D.it ha intervistato Sileno Cheloni per farsi raccontare le sue passioni e come trasforma un profumo, creato su misura, in un vero e proprio lusso

Da Lucca a Firenze, passando per Londra, Cipro e Milano. A ogni tappa ha riempito la valigia di esperienze sempre più concrete e stimolanti. Soprattutto in campo cosmetico. E oggi, nella sua profumeria selettiva, oltre a offrire fragranze curiose e uniche, regala al cliente un metodo esclusivo di personalizzazione del profumo, su richiesta, e legato a un’esperienza multi-sensoriale. Sileno Cheloni, proprietario e profumiere di Aquaflor (si trova in via Borgo Santa Croce 6 a Firenze, ndr), è sempre al lavoro, dietro il suo bancone, quasi come fosse un alchimista. Tra bottigliette, flaconi, ingredienti ricercati e acquistati in ogni parte del mondo, lui crea fragranze, fa da consulente (sia per il gruppo Kering, che per la Lamborghini, ndr) e trasmette tutta la sua passione mixando, nelle giuste proporzioni, mondi diversi in apparenza, estranei alla prima percezione, che poi magicamente, sotto il naso, si trasformano in armonie tremendamente perfette. D.it l’ha intervistato nel suo boudoir. Ecco cosa ci ha raccontato.

Come è nata la tua passione per i profumi?
“A 14 anni, me lo ricordo come se fosse ieri, con i soldi della paghetta ho comprato la mia prima fragranza: Azzaro. Ed è stato quello, il momento in cui la profumeria è diventata la mia più grande passione. Ho iniziato così a fare ricerca anche fuori dall’Italia, quando andavo a trovare la zia di Marsiglia: qui cercavo i prodotti più esclusivi, costosissimi, che non potevo permettermi. Ho iniziato, poi, la mia carriera lavorativa facendo l’interior designer a Londra e spesso mi capitava di associare gli spazi e gli ambienti a profumi e colori precisi. Qualche anno dopo, ho conosciuto un maestro profumiere a Cipro: sull’isola esiste una vera e propria tradizione spirituale legata a questo mondo. Questa esperienza è stata davvero una grande scuola. Poi, in Italia, ho lavorato per una famiglia milanese, che dall’Ottocento si dedica ai profumi. Loro mi hanno adottato e tramandato il know-how con tutti i segreti del mestiere. Nonostante mi trovassi bene con loro, per la mia profumeria ho scelto come sede Firenze, spinto dalla sua cultura e internazionalità. E la vendita dei prodotti Aquaflor avviene solo qui, nonostante ci siano sempre più retailer che richiedono i miei profumi. Io voglio rimanere elitario, esclusivo, controllando così tutta la filiera. Alcune volte è più difficile rimanere piccoli, che diventare un grande marchio distribuito in tutto il mondo”.

Cos’è per te il profumo?
“È l’unione tra la profumeria spirituale, legata all’origine, al passato, alla fragranza come mezzo di connessione con il divino, e la profumeria “estetica” francese, con il suo modo di adattarsi alla pelle, e di diffondersi nell’aria e nel corpo”.

Uno dei servizi che Aquaflor offre è la creazione di un profumo “su misura”: di cosa si tratta?
“Il profumo ‘made to measure’ è fondamentalmente un viaggio: il cliente si siede nel salottino, mi parla, racconta la sua vita, i suoi segreti più intimi, e io gli propongo odori e sensazioni diversi. Lui li annusa, li vive e in base a quello che gli ricordano istintivamente, ai sentimenti che gli suscitano, creiamo il profumo. Il mio compito è capire quanto di quel preciso ingrediente, in percentuale, deve essere inserito nella ‘ricetta’, affinché non ‘cambi direzione’, né stravolga l’effetto finale: ho più di 1500 materie prime tra cui scegliere, tutte in ordine alfabetico, ognuna con la sua etichetta. Non esiste mediazione in questo mondo: se la fragranza piacerà al cliente, la indosserà; al contrario, l’abbandonerà per sempre. Tutto il servizio dura un paio d’ore e la creazione viene poi consegnata in un packaging speciale: flacone esclusivo e personalizzato dalle iniziali del nome”.

http://www.florenceparfum.it/