di Giuseppe De Pietro

Un nuovo progetto del Jane Goodall Institute aiuterà i coltivatori di caffé della Tanzania durante la realizzazione di un corridoio verde per favo rire la continuità dell’habitat forestale e contrastare l’isolamento degli scimpanzé di Gombe.

I consumatori di caffè, la bevanda più gradita in assoluto (400 miliardi di tazzine di caffè consumate ogni anno nel mondo), si troveranno presto di fronte ad una scelta: accontentarsi della solita miscela o scegliere una tazzina di … Jane? Il marchio di caffé “Jane Goodall” sarà una nuova produzione eco-sostenibile, offrirà lo stesso stimolo della caffeina e in più una piacevole sensazione: contribuire alla tutela degli scimpanzè nonché al benessere economico dei coltivatori della Tanzania.

Questo innovativo progetto è nato a Gombe, luogo in cui Jane Goodall cominciò i suoi studi sugli scimpanzé nel 1960. Ogni mattina, prima di avventurarsi sul campo, Jane prendeva una tazza di caffé. Oggi, ogni giorno, la povertà che affligge le popolazioni locali e la deforestazione minacciano la sopravivenza degli scimpanzé. Quale luogo migliore per avviare un nuovo sistema di certificazione, coinvolgendo i produttori di caffé che coltivano nelle stesse aree in cui abitano gli scimpanzé in via di estinzione?

La proposta di Jane non solo incoraggia interi villaggi di coltivatori a proteggere le foreste intorno al Parco Nazionale di Gombe, ma favorisce l’estensione dell’habitat in cui vivono gli scimpanzè. I coltivatori produrrebbero le varietà di caffé che crescono all’ombra e di conseguenza sarebbero motivati a non tagliare gli alberi. I villaggi coinvolti dovranno destinare una parte del terreno (tra il 10 ed il 20 percento) alla foresta originaria.
“La nostra idea è quella di certificare i produttori di caffé che contribuiscono in modo significativo alla tutela ambientale” spiega George Strunden, Vice Presidente dei Programmi Africani del Jane Goodall Institute.

Per ricompensare gli sforzi dei coltivatori per la tutela dell’ambiente, l’Istituto certificherà il caffé proveniente dai loro villaggi, aumenterà l’accesso degli agricoltori e delle cooperative locali ai centri di torrefazione d’oltremare ed ai mercati specializzati, infine cercherà di garantire ai coltivatori prezzi migliori per i loro prodotti. Attualmente a Kigoma il JGI sta avviando un laboratorio tecnologicamente all’avanguardia per la lavorazione del caffé, e reclutando un esperto (il “cupper”) per garantire il controllo della qualità e per fornire consulenza specializzata agli agricoltori ed alle cooperative.
L’obiettivo finale è la creazione di un corridoio verde che unisca aree di foresta altrimenti isolate per permettere agli scimpanzè di Gombe di mescolarsi con altri gruppi di scimpanzè. Al momento, infatti,
gli scimpanzé sono isolati, e dunque la loro diversità genetica minacciata. L’uomo ha di fatto disboscato tutto il territorio intorno al Parco Nazionale di Gombe.
“Coltivatori di caffè e scimpanzé godranno con ogni probabilità di ottimi rapporti di vicinato” ha detto Jane Goodall a Reuters “gli scimpanzé non mangiano il caffé, non lo sopportano, dunque non ci sarà conflitto tra loro e gli agricoltori”.

Testo in inglese

Cup o’ Jane: The Beans That Brew Conservation 6/23/2006 — A new Jane Goodall Institute plan will benefit Tanzanian coffee growers while helping to create a conservation corridor for the Gombe chimps. Coffee drinkers soon will be faced with a decision regarding the 400 billion cups they consume each year of the world’s most popular beverage: Do they settle for an ordinary cuppa Joe, or do they choose a cup o’ Jane?
Jane Goodall conservation label coffee will be a new, environmentally friendly brew that delivers the usual caffeine kick — and warm fuzzy feelings, besides. Simply by sipping, people will contribute to the preservation of chimpanzees as well as give Tanzanian growers a much-needed economic boost.

Jane Goodall began brewing this innovative plan in Gombe, the site of the famous chimpanzee research she began in 1960. There, every morning before venturing out into the field, she had a cup of coffee. Today, every day, human poverty and encroachment on the chimps’ habitat threaten their survival. What better place to percolate a new certification scheme involving coffee growers who farm in areas where endangered chimps live?

Jane’s plan encourages whole villages of coffee farmers to not only to protect indigenous forests around Gombe National Park, but also to enlarge habitat where the chimps live. Growers would produce shade-grown coffees and therefore refrain from cutting down trees. Villages would have to reserve a portion of land (between 10 and 20 percent) for indigenous forest.

“Our idea is to certify coffee producers who contribute in a meaningful way to conservation,” said George Strunden, the Jane Goodall Institute’s Vice President of Africa Programs.
In return for growers’ conservation efforts, the Institute will certify the coffee from their villages, increase the access of local farmers and cooperatives to overseas roasters and specialty markets, and help ensure growers receive the best possible prices. JGI currently is establishing a technologically-advanced coffee laboratory in Kigoma and recruiting a skilled coffee specialist, or “cupper,” to oversee quality control efforts and provide advice to farmers and cooperatives.
The ultimate goal is to create a forest corridor that will allow the Gombe chimpanzees to intermingle with other chimpanzee groups. Right now, the chimpanzees are isolated and their genetic diversity, threatened. A burgeoning human population has effectively deforested the land all around Gombe National Park.

Coffee growers and chimps are likely to be cordial neighbours, Jane Goodall told Reuters earlier this year: “Chimps don’t eat coffee; they hate it, so there will be no conflict between them and the farmers.”

http://www.janegoodall.ca/news/news.php#3