di Sergio Ferroni

Andiamo a scoprire questo Paese balcanico sospeso tra il mondo occidentale e l’ex blocco sovietico. Mi affascinano moltissimo i segni della storia di questi posti che hanno austere ed enormi architetture di regime che si alternano con meravigliose chiese decorate con affreschi dorati di rara bellezza.
Ma andate in Bulgaria come ospiti, non come turisti, con il solo zaino in spalla e un bagaglio ridotto all’osso, per poter entrare nel vivo di questi luoghi e scoprirne lo spirito e la cultura. Abbiamo trovato un Paese pulito con gente accogliente. All’arrivo a Sofia troverete una città molto moderna con ampi viali alberati, costellati di negozi delle più affermate griffes internazionali, molto ricca di verde nei parchi cittadini affollati da un popolo che trovo molto silenzioso e discreto. Palazzi e monumenti grandiosi da grande capitale dell’Est coesistono accanto ad edifici di modernissima concezione.
Notevole la cattedrale bizantina dalle rotondeggianti forme per noi inconsuete, il Museo cittadino che ospita reperti dei Traci in un edificio solenne e grandioso e varie chiese ricche di icone che ricoprono interamente le pareti.

Nei pressi di Sofia esiste, in ottimo stato di conservazione, il vasto monastero bizantino di Rila – Patrimonio dell’Unesco – inserito in un contesto naturalistico molto suggestivo e, sempre nei dintorni, un altro gioiello dell’ Unesco è la chiesa di Bojana affrescata con opere ottimamente conservate.
Da Sofia un pullman di linea, attraverso sterminati campi di girasoli, ci conduce a Veliko Tarnovo, dal clima rovente ma estremamente piacevole da visitare nelle stradine antiche e tortuose che sono ancora vivacizzate dalle case degli antichi mercanti. Abbiamo la fortuna di essere in questa città all’inaugurazione di un festival internazionale del folklore e nelle strade sfilano gruppi di danzatori e musicisti da ogni parte delò mondo nei loro variopinti costumi tradizionali. Alla sera gli stessi gruppi si esibiscono in un parco con il palco sull’acqua accolti dalle parole del Pope bardato con abiti degni di una grande cerimonia.

Nelle vicinanze di Veliko Turnovo si può visitare il paese di Arbanasi ormai assurto a ruolo di villaggio- museo per la bellezza delle sue case con base in pietra e legno scuro per i piani ed i balconi .
Un tassista che ci ha condotto nel monastero di Preobrazeski, affrescato magnificamente, ci parla del monastero di Drianovo ed annesse grotte di Baco Kiro per cui accordandoci sul prezzo la gita di 2 ore inizia snodandosi tra boschi e villaggi per condurci sino a un verdissimo contesto dove convivono sacro e profano in un perfetto connubio.

E’ ora di esplorare la costa del Mar Nero e la sua perla Varna, passeggiando sul lungomare, in un parco delizioso lungo ben 8 km è qualcosa che riconcilia con la vita grazie al profumo del mare che si mescola a quello dei pini e dei fiori sparsi ovunque, per non parlare dei pomeriggi musicali nel piccolo teatro all’aperto che offriva ogni giorno un repertorio gratuito di musiche classiche o folcloristiche locali e dei ristoranti che si susseguono senza sosta sul lungomare con pesce a prezzi che noi ci siamo dimenticati.

Ma le località conosciute non sono quelle più intriganti per noi per cui ci si sposta a sud, verso Burgas molto meno conosciuta ma affascinante. Turismo calmo, riservato ai soli locali, anche qui parco alberato come lungomare ed il silenzio rotto solo dallo stridio dei gabbiani.
I due paesi visitati nei pressi di Burgas hanno differito dalle nostre aspettative in modo opposto: da NESEBAR, in un promontorio a Nord, ci si aspettava un villaggio pittoresco ed invece, al di là dei panorami di innegabile bellezza.

A Sud ci dirigiamo verso Sozopol, meta non prevista nel nostro itinerario, che invece si rivela la più bella località marittima del nostro percorso con zone intatte, turismo al minimo, ristoranti in contesti da cartolina e passeggiate nelle stradine con gli occhi sempre verso l’alto perché le vecchie case sono una più artistica dell’altra.

Ultima tappa Plovdiv, una meraviglia. Il centro storico denso di vie pedonali riserva palazzi del periodo chiamato la Rinascenza e le case dalle tinte pastello sono gioielli architettonici. Il vecchio centro storico di Plovdiv impegna in salite dove i tacchi a spillo sono del tutto sconsigliati ma è una festa per gli occhi: innumerevoli palazzi decorati, case di antichi mercanti in legno dall’architettura fantasiosa sono un piacere che non consente tregua talmente sono numerosi nelle strette vie che salgono e scendono e ogni scorcio è un gioiello architettonico.

Anche qui la festa ci segue con un festival folcloristico si snoda nelle vie del centro cittadino animato da gruppi proveniente da vari paesi europei, e la sera vivo la mia prima esperienza di uno spettacolo un ben conservato anfiteatro romano dove, grazie all’ottima acustica e perfetta visibilità, i gruppi in formazioni coreografiche di una ventina di elementi entusiasmanti.

I ristoranti che noi abbiamo scelto erano spesso all’aperto con musica, con tavoli in legno o pietra dalla cucina piacevole alla vista, all’olfatto, al gusto e al portafoglio. Il conto per un pranzo al ristorante si aggira su meno della metà degli standard italiani per una cucina che risente molto della tradizione contadina bulgara con profumate delizie cotte in pentole di coccio a base di formaggio, peperoni, pomodori e spezie. Oppure fresche salse dall’influenza greca con yogurt denso e cremoso, dove sono immersi pezzetti di cetriolo, aglio e erbe aromatiche accompagnate da pane o meglio piatte focacce all’aglio.
Il pesce è eccellente sulla costa e cucinato in modo fantasioso come ad esempio in una tegola (tegola da tetto, davvero). La birra leggera, fresca, spesso alla spina è di produzione locale da preferirsi alle marche note che si trovano anche da noi. L’Airan, bevanda a base di yogurt liquido leggermente salato e l’Ashure dolce a base di gelatina di riso con chicchi d’orzo e sciroppo di lampone.

Non poteva mancare un giro tra i mercati. Anziani vendere pochi fiori, un mazzetto di erbe aromatiche, un bicchiere di lamponi o mirtilli vicino a bancarelle colme, stracolme di pomodori, pesche locali grandi il doppio del normale, angurie, cetrioli, erbe aromatiche, miele, yogurt denso sfuso, pesce a prezzi talmente bassi che ho dovuto leggerli due volte per rendermi conto che non mi sbagliavo, rammaricandomi di non poterne comprare.

Il popolo bulgaro è molto silenzioso, serio, esteticamente le donne sono più curate degli uomini, vestite all’ultima moda e si possono distinguere due tipi caratteristici: quelle di origine tracia alte, bionde dagli occhi chiari e le donne di origine protobulgara più scure, più piccole di statura e di forme più generose. Gli uomini sono spesso alti, massicci e fanno pensare che siano tutti campioni olimpici di lancio del peso a giudicare dalla loro struttura.

Il livello di vita mi è sembrato abbastanza alto a giudicare dagli abiti, le auto in circolazione anche di grossa cilindrata, i bar e ristoranti sempre affollati, la gioventù con i cellulari all’ultimo di ultima generazione. La Bulgaria è da poco entrata a far parte dell’Unione Europea ma non è ancora nell’Eurozona ed è per loro un grosso vantaggio dal punto di vista turistico e la popolazione locale non auspica certo l’arrivo dell’Euro in tempi brevi.

Seven Rila Lakes Bulgaria Sunset Aerial Sky View Lake Background Image