di Giuseppe De Pietro

Impiegati dotati di microchip sottopelle per poter accedere alla propria postazione, sbloccare la serratura degli archivi e fare acquisti presso il bar aziendale. Non è la solita trama di uno dei tanti romanzi di fantascienza, bensì una realtà consolidata in Svezia nella sede della società di innovazione digitale Epicenter.
Il chip in questione ha la grandezza di un chicco di riso, viene impiantato nella mano, in uno strato sub-cutaneo tra il pollice e l’indice, e già 150 dipendenti lo utilizzano giornalmente. Il numero però è destinato ad aumentare tanto che sono previsti dei veri e propri eventi aziendali per la “schedatura” di tutti coloro che hanno voglia di testare il badge 2.0.

La tecnologia utilizzata è la stessa del NFC presente ormai nella maggior parte degli smartphone o delle carte contactless, si può dunque comunicare con i dispositivi abilitati semplicemente avvicinando la mano ad un sensore attivo. Le informazioni vengono trasmesse attraverso onde elettromagnetiche e sono unidirezionali, il chip non può infatti leggere a sua volta i dati.
Patrick Mesterton, co-fondatore e CEO di Epicenter, ha dichiarato al magazine The Big Story che uno dei più grossi vantaggi di questo sistema è la comodità di non dover portare con sé nessun tesserino, chiavi o altri dispositivi e non c’è il rischio di poterlo dimenticare a casa.

Qui la questione etica è complessa e può aprire grandi dibattiti in materia di privacy e diritti del lavoratore visto che le informazioni raccolte possono essere utilizzate anche contro il dipendente stesso. Tuttavia i dati forniti all’azienda sarebbero in sostanza gli stessi che vengono veicolati attraverso un semplice badge: data di ingresso ed uscita, accesso ad alcune aree riservate e utilizzo del servizio mensa.
L’innesto è, a quanto pare, indolore bisogna però capire se la tecnologia può essere utile ad altri scopi ed adoperata anche al di fuori dell’azienda, ad esempio per circoli ricreativi e biblioteche, e se il chip rispetta i principali livelli di sicurezza evitando che possa essere replicato e quindi utilizzato da terze persone ad insaputa del proprietario.