di Giuseppe De Pietro

L’Azerbaigian, un Paese poco noto, da grandi risorse. E’ protetto in inverno dalle influenze fredde dal Grande Caucaso, mentre le estati sono molto calde man mano che ci si allontana dal Mar Caspio. L’autunno invece verso Sud dove c’è la capitale è molto piovoso, mentre il resto del Paese ha un clima gradevole.


L’immagine avveniristica delle appariscenti architetture di Baku, splendida capitale dell’Azerbaijan, è oggi la carta d’identità di un paese dinamico e moderno che tuttavia non dimentica la propria eredità culturale, radicata nel grande racconto dell’antica Via della Seta, quando le carovane vi transitavano entrando dalla vasta terra di Cina in direzione dell’Europa e trasportando in occidente sete pregiate, tappeti, argenti, pietre preziose, cotone e spezie, oli naturali, strumenti astronomici famosi nel mondo. Entro un territorio che comprende monti, vallate e un numerose piccole isole nel Mar Caspio, alla lussuosa metropoli si contrappongono semplici villaggi tra le montagne del Grande Caucaso e siti archeologici risalenti al periodo neolitico; tra questi villaggi, in queste terre, “l’anima dei nobili guerrieri del fuoco” – radice del nome Azerbaijan – si racconta narrando al visitatore moderno la storia antica del culto di Zoroastro, che proprio qui nacque, prima di divenire religione ufficiale della Persia.

Proprio a tale culto sono legate un paio di attrattive situate nella penisola di Absheron, nei dintorni di Baku: lo Yanar Dag ed il complesso di Atesgah. Il primo, letteralmente “montagna che brucia”, è un piccolo fuoco di gas naturale che fuoriesce dal sottosuolo in cima ad una collinetta mentre l’ Atesgah, meta in passato di pellegrinaggi fin dall’ India, è una costruzione simile ad un caravanserraglio con al centro un tempio in cui arde una fiamma perenne.

Nella stessa zona è invece visitabile il museo storico ed etnografico a cielo aperto di Qala dove è possibile scoprire come vivevano gli azeri nel passato, con la ricostruzione di varie tipologie di abitazioni ed ambienti quali forni,mulini, fucine e stalle in cui sono ancora ospitati cammelli, capre, conigli ed altri animali da cortile con i quali si può interagire. Sempre nelle vicinanze di Baku, ad una sessantina di chilometri dalla città, è molto interessante la visita della zona del Qobustan: qui, nel corso di migliaia di anni, l’uomo ha lasciato la propria testimonianza su alcune pareti rocciose attraverso incisioni e graffiti raffiguranti scene di caccia, di danza e rappresentazioni di animali; le scene coprono un arco temporale che va dalla preistoria fino al Medio Evo e, curiosità tra le altre, vi si trova pure l’iscrizione di un legionario romano dell’epoca dell’imperatore Domiziano. La genesi e la storia della zona è molto ben spiegata dal nuovo museo interattivo situato alle falde della collina su cui si trovano i graffiti. Il sito colpisce inoltre per le particolari conformazioni rocciose dovute alle ripetute variazione del livello del mare e per la vista che spazia fino al Caspio.

E’ comunque uscendo da Baku verso Sheki si entra in un mondo rurale fatto inizialmente di paesaggi aridi e stepposi di campi mietuti o arati di recente, che poi gradatamente lasciano il posto alle prime colline e ad una natura ricca di fitti boschi e pascoli man mano che ci si avvicina ai monti del Caucaso. Le greggi di capre e pecore vengono via via sostituite da mandrie di bovini,cavalli e qualche bufalo e in molte aie si vedono gruppi di grasse oche starnazzanti. Piccole cittadine e rari paesini sfilano via velocemente, questi ultimi talvolta attraversati dall’unica strada principale asfaltata, mentre le vie laterali sono in terra battuta: le abitazioni appaiono comunque ben tenute e dignitose e si percepisce che i ritmi di vita sono molto più rallentati rispetto alla grande città.

Lungo la via si incontrano chioschi improvvisati o anche solo automobili con il bagagliaio aperto con poca merce esposta : di solito verdure, frutta e qualche altro cibo destinato ai camionisti ed agli automobilisti di passaggio. Nei bar dei paesi si vedono solo uomini, talora impegnati in partite di nard, un gioco simile al backgammon che si contende con gli scacchi il ruolo di gioco nazionale. Da quanto abbiamo visto però, la popolazione ormai non veste più gli abiti tradizionali e sembra alquanto riservata : non abbiamo percepito la curiosità ed il calore verso lo straniero tipica dei paesi un tempo attraversati dalle carovane della Via della Seta, dove l’accoglienza verso i forestieri era quasi un credo.

E possibile visitare il bel mausoleo di Diri Baba del XV secolo, costruito addossato ad un costone roccioso quasi a sembrare sospeso, mentre nella vicina città di Shemakha è stata ricostruita la Moschea del Venerdì, una delle più antiche e grandi del Caucaso: di grande effetto la parete maiolicata del mihrab con la nicchia che indica la direzione della preghiera Più oltre si trova Qabala, le cui estese ed antiche foreste sono meta di turismo locale in estate, quando gli abitanti di Baku cercano riparo dalla calura delle zone costiere. Qui si è ormai entrati nel territorio un tempo chiamato “Albania Caucasica” ed a pochi chilometri della città nuova si trova Chukur Qabala, l’antico insediamento del IV sec. a.C. le cui rovine a dire il vero non impressionano molto. Nei pressi si trova però un moderno e ben articolato museo che espone i reperti provenienti dagli scavi, con una ricca collezione di ceramiche e terrecotte.
Proseguendo verso Sheki si incontra Oguz dove è possibile visitare un piccolo museo situato in una antica chiesa albanese ed una sinagoga ancora utilizzata dalla numerosa comunità ebraica della zona che, come raccontatoci da una incaricata museale, convive qui pacificamente da quando si insediò nella seconda metà dell’800.

Ad una ventina di chilometri a sud-ovest da Sheki si incontra invece il piccolo villaggio di Fazil: qui, tra mille difficoltà e con evidente mancanza di fondi e mezzi, alcuni archeologi stanno riportando alla luce tombe del IV e III secolo a.C. risalenti alla civiltà albanese. E’ stato ricostruito un ambiente sotterraneo in mattoni, denominato impropriamente “labirinto”, lungo il cui percorso sono esposte una serie di sepolture che un’archeologa ci ha illustrato con una passione ed entusiasmo a dir poco toccanti: il ricordo di questa visita ci ha seguito per i giorni successivi quando poi abbiamo visitato i già citati musei del Qobustan e di Qabala, costruiti con evidente profusione di mezzi e disponibilità finanziarie….
Arrivati a Sheki dopo circa 350 chilometri si scopre una cittadina moderna che ad un primo impatto lascia un po’ interdetti: avendo letto che era un punto nodale lungo la via delle carovane ci si attende di vedere edifici antichi e tracce dei gloriosi trascorsi, un po’ come nei nostri paesini del centro Italia. Si scopre così che gran parte della vecchia città non è sopravvissuta a secoli di contese, terremoti e frane! Solo risalendo l’erta strada costeggiata da un torrente, il passato svela le sue ultime vestigia. Si incontrano infatti un paio di caravanserragli e, più in cima, una bella cinta muraria che racchiude al suo interno un autentico gioiello architettonico: il palazzo estivo dei Khan, de XVIII secolo. L’edificio ha una facciata impreziosita da disegni su gesso e maioliche e da portali e “muqarna” di specchio ma è famoso soprattutto per le sue “shabaka”, le finestre di legno e vetri colorati costruite ad incastro, senza l’uso di chiodi o colla che con il sole proiettano all’interno del palazzo dei fantasmagorici giochi di luce. E, sempre all’interno, cinque delle sei stanze lasciano letteralmente senza fiato per le raffinate decorazioni in affresco sui soffitti e sulle pareti che riproducono motivi floreali e di animali e che le fanno somigliare a delle preziose bomboniere. La sesta stanza è completamente bianca per evitare distrazioni a chi vi lavorava…

L’Azerbaijan, il cui nome deriva da Āzar, che significa fuoco, e da Baijan, che significa guardiano, è un piccolo paese del Caucaso del Sud che offre molteplici attrazioni storiche, bellezze naturali e culturali che ne fanno una destinazione che vale la pena di visitare. Il Paese trae le sue origini da una civiltà antica ed è sede di siti culturali particolari: incisioni rupestri dell’età del bronzo, moschee e minareti medievali, imponenti fortezze e palazzi sontuosi. L’Azerbaigian vanta anche meraviglie naturali uniche come la montagna di fuoco di Baku e le spettacolari montagne del Caucaso, che offrono una scelta vastissima di percorsi di trekking, a piedi o a cavallo, che si intrecciano e attraversano le roccaforti  retaggio della Via della Seta e piccoli villaggi. Nel 1991, l’Azerbaigian è diventato indipendente dall’Unione Sovietica e si è aperto al turismo: la destinazione turistica più popolare è oggi Khachmaz, città popolata sin dall’antichità, interessante per la sua architettura, la sua storia e per la vicina Nabran. Nabran, sul versante nordorientale del Paese, gode di un clima estivo secco e caldo e di bellissime spiagge dorate circondate da foreste. Molteplici gli hotel e gli appartamenti per le vacanze: è la località ideale per famiglie, bambini e giovani grazie alla presenza di numerose discoteche, piscine, acquapark ed un complesso sportivo.

La cucina azerbaigiana risente delle influenze climatiche, di cottura (con dieci tipi diversi di focolari), della posizione geografica e dell’abbondanza di fauna e flora. Molto popolari le zuppe (oltre 30 tipi), servite in ciotole di argilla, e i piatti a base di latte fresco e acido. Il riso è ingrediente fondamentale, così come le verdure fresche e le diverse varietà di pane. E per concludere, non manca mai il sorbetto preparato con acqua di rose, o i dolci accompagnati dal tè aromatico. Infine, tanto per restare nel campo delle tradizioni, da non perdere è il Museo del Tappeto, per ammirare i tappeti dalla gamma cromatica molto complessa e dai disegni geometrici, di tutti periodi e stili prodotti in Azerbaigian.

CLIMA
Il clima è temperato, con le quattro stagioni come in Italia. Nell’area circostante la capitale la temperatura varia dai 28 ai 35 gradi centigradi in estate, mentre durante l’inverno difficilmente scende al di sotto dello zero.

LINGUA:
La lingua ufficiale è l’azero; il russo è molto diffuso. Buona parte della popolazione comprende anche il turco. La conoscenza dell’inglese è in aumento, ma resta ancora limitata alle generazioni più giovani e a coloro che lavorano nel settore del turismo o in società straniere.

RELIGIONE
Gli azeri sono in maggioranza musulmani sciiti (62%), ma vi sono anche musulmani sunniti (26%), e cristiano-ortodossi (12%). Vi sono comunità ebraiche con radici antiche a Baku ed in altre città del Paese, nonché una piccola comunità cattolica.

FUSO ORARIO
+3h rispetto all’Italia. Anche in Azerbaijan è in vigore l’ora legale con le stesse modalità dell’Europa.

VALUTA
1 Euro = 1.08168 Manat azero (AZN)
Le valute straniere possono essere cambiate in moneta locale in numerosi uffici di cambio o negli stessi negozi. Traveller’s cheques e carte di credito sono accettati soltanto negli alberghi e ristoranti di categoria elevata.
Nella capitale sono sempre più numerosi gli sportelli automatici presso i quali è possibile prelevare contanti con la propria carta di credito VISA o Bancomat (circuito “Maestro”).

DOCUMENTI  NECESSARI
Passaporto: necessario unitamente al visto.
Visto d’ingresso: necessario. A partire dal 15 ottobre 2010 NON è più possibile ottenere il visto di ingresso in aeroporto. Si invitano pertanto i connazionali a non mettersi in viaggio per l’Azerbaijan se sprovvisti del visto, che potrà essere richiesto presso l’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaijan a Roma.
Per ottenere un e-visa occorre contattare una delle agenzie azerbaijane o agenzie partners italiane che provvederanno al rilascio di un e-visa. Si segnala che questa procedura da diritto a un visto per una sola entrata di una durata massima di 30 giorni.
Non verrà consentito di lasciare il Paese a coloro che siano in possesso di un visto di ingresso già scaduto, anche da un solo giorno. In tal caso, al connazionale verrà impedito l’imbarco in aeroporto.

FORMALITA’ VALUTARIE E DOGANALI:
non vi sono formalità valutarie, ma e’ opportuno evitare di portare con se’ somme ingenti, a meno che il soggiorno nel Paese non sia di lunga durata.

TELEFONIA
In Azerbaijan vi sono tre gestori di telefonia cellulare con reti GSM a 800 MHz che coprono buona parte del territorio nazionale. Vi sono accordi di “roaming” tra gestori italiani ed azeri, per cui è possibile portare con sè il telefonino italiano.

CONSIGLI UTILI
L’Azerbaijan è un Paese musulmano. Il turista occidentale deve pertanto osservare un comportamento ed avere un abbigliamento consono alle sensibilità locali.
E’ consigliabile prudenza nell’effettuazione di foto o di riprese cinematografiche soprattutto per quanto riguarda gli edifici pubblici e le installazioni militari. E’ sempre opportuno richiedere il consenso degli interessati prima di effettuare fotografie.

http://mct.gov.az/en/