di Gianni Dal Maso

Tra i vigneti del Prosecco, in Valdobiadene c’è un’osteria dove l’oste rifornisce solo la dispensa, poi se ne va. Mangi e bevi liberamente, quindi lasci un’offerta e ti fai lo scontrino da solo. Una sfida all’insegna della fiducia negli altri, che si rinnova ogni giorno grazie alla tenacia del suo ideatore Cesare De Stefani.
Un luogo dove non ci sono indicazioni per arrivare all’Osteria senz’Oste, ci vai e basta. La stradina corre tra le vigne di Valdobbiadene, il reame del Prosecco, un susseguirsi di incantevoli colline abbracciate dai filari. Poi, a certo punto, compare un cartello: Dov’è l’oste? Vuol dire che siamo arrivati. Si parcheggia nel vigneto, senza chiedere permesso a nessuno. Il casolare è poco più avanti: la porta è sempre aperta e la dispensa trabocca di delizie del territorio. Salumi, vini, pane, formaggio, aranciata per i bambini e dolcetti.
Siamo tutti graditi ospiti.

All’oste che non c’è, entri, prendi posto, uno prende il tagliere, affetta il salame, brinda a Prosecco e rimane quanto gli pare. Il tutto è basato sulla fiducia. Ogni prodotto ha un cartellino con su scritto il valore – si badi bene – non il prezzo. Una volta c’era un salvadanaio per lasciare l’obolo, mentre adesso è stato installato un registratore di cassa per lasciare un’offerta secondo coscienza e battere da soli il proprio scontrino. Ciò vuol dire che ogni ospite può pagare il dovuto oppure approfittarsene e fare lo scroccone. Questo, naturalmente, col rischio di ammazzare la coraggiosa Osteria. Come si può ben immaginare, infatti, le leccornie offerte non crescono da sole sugli alberi, cioè tra le vigne. C’è qualcuno che rifornisce la dispensa, anticipando il suddetto valore di tasca propria e fidandosi dell’onestà dei sempre benvenuti commensali.

L’idea è di Cesare De Stefani, proprietario dell’Osteria. Uno che l’ascolteresti parlare per ore e che naturalmente, tra un aneddoto e l’altro, si assicura che il tuo bicchiere sia sempre pieno. È cominciato tutto per caso dieci anni fa, racconta. Avevo questo vecchio casale tra i miei vigneti, sempre aperto, dove venivo con gli amici magari a bere qualcosa. Capitava però che quegli stessi amici, passati magari a farmi un’improvvisata, non mi trovassero. Allora lasciavano un bigliettino, lamentandosi di essere rimasti a bocca asciutta. Così iniziai a mettere sul tavolo una bottiglia, i bicchieri e un’indicazione: “Valore 10 Euro, servitevi pure”, con accanto un salvadanaio. L’idea è piaciuta: la gente beveva e lasciava l’obolo. Allora ho via via arricchito l’offerta, con pane, salumi e altro che regolarmente viene sistemato nella dispensa dell’Osteria. Poi, per non avere problemi col fisco, ho messo il registratore di cassa self-service invece del salvadanaio.

Una domanda però, uno se la pone: la gente paga sempre? Scrocconi o peggio ancora ladri e vandali non passano mai per Valdobbiadene? E qui, mentre mi versa un Cartizze che ho ancora oggi l’aroma in bocca, Cesare s’illumina. Qualche volta è successo, ci sono anche brutti ricordi, ma è una minima parte. Le persone vengono conquistate da questo dare loro fiducia, che è poi la filosofia dell’Osteria. Mi è addirittura capitato il ladro pentito. Era sparito il salvadanaio coi soldi, ovviamente c’ero rimasto male, non fosse che poco dopo ricevo una chiamata anonima. Si trattava del giovane mascalzone, che diceva di aver fatto una cosa terribile rubando il denaro e, al contempo, approfittandosi della mia buona fede. Avrebbe riportato il salvadanaio, perché la vergogna era troppa. Ho detto a quel ragazzo che telefonandomi e tornando sui propri passi stava facendo un eroico gesto di riscatto. Pertanto, quei soldi finivano diretti in beneficenza.
Mentre parliamo, continuano ad arrivare persone. Pareti e soffitto dell’Osteria sono un mosaico di biglietti e fotografie da ogni dove, che testimoniano l’affetto degli sconosciuti ospiti. Cesare ha anche sistemato un distributore automatico di bottiglie di vino, in posizione panoramica tra le vigne. E poi, tante cartoline già affrancate con l’immagine dell’Osteria e le bellezze di Valdobbiadene. La gente le scrive, le imbuca nella mia cassettina e io provvedo a spedirle. E naturalmente, lascia a parte l’obolo per il francobollo.

All’uscita del casolare, vi è una piccola stalla con dentro due vacche. Belle, vero? Commenta Cesare. Il vitello si chiama Fisco e la vacca non è mia: appartiene allo Stato. Aspetti che le racconto tutta la storia. Si metta a sedere. E mentre mi riporta al tavolo, tra bambini che fanno merenda e ragazzi intenti al brindisi, so già che lo vedrò tornare con un’altra bottiglia fra le mani.

L’Osteria senz’Oste si trova lungo la strada che dalla piazza di Valdobbiadene va verso Santo Stefano, passato il paese di San Pietro. Venendo da Valdobbiadene la via è sulla sinistra, in corrispondenza di un’edicola votiva. Il luogo è accessibile fino circa alle ore 22. Sono disponibili salumi, formaggi, pane, dolcetti, etc, il tutto protetto in sacchetti trasparenti. Non ci sono cibi cotti né superalcolici.