di Francesco Clemente 

 

La Puglia è una regione che è difficile valutarla come se fosse un’unica realtà produttiva. Da diversi anni infatti affermiamo come ci sia una crescita costante del livello qualitativo del comparto vitivinicolo pugliese, soprattutto per quanto riguarda i vini di punta.Il successo dei vini adiacenti della Murgia barese continua a consolidarsi nel mercato nazionale quanto su quello estero, ormai un passe-partout che suggella il boom di questi vini ricchi di frutto e toni speziati, freschi. Ii Nostri prodotti sono la massima espressione che noi dell’Archetipo riusciamo a cogliere dalle nostre vigne, in quanto sono prodotti non artefatti, bensì partendo dal terreno, poi alle piante e successivamente alla lavorazione delle uve si cerca di lasciare invariato il gusto, il profumo, ed il colore dei nostri vini.L’Archetipo “utilizza” solo ed esclusivamente lieviti autoctoni, appartenenti alle nostre terre, lieviti sviluppatesi al nostro clima ed abituatesi a vivere in un ecosistema ove la sinergia tra microflora e microfauna è importantissima per dare quel gusto verace ai nostri vini. L’Archetipo consiglia ai suoi clienti di scaraffare i vini, in modo tale da apprezzare il vero gusto e al contempo un prodotto pulito sin dal primo sorso. Dopo tanti anni di Agricoltura Biologica e Biodinamica siamo riusciti finalmente a portare i nostri terreni a una situazione di equilibrio che è quella che in termini tecnici è definita agricoltura sinergica. Nel momento in cui un ecosistema non presenta picchi di sviluppo di un essere vivente sugli altri, solo allora possiamo parlare di ecosistema in equilibrio. In altri termini, nel momento in cui assistiamo a una predominanza di una qualsiasi forma di vita sulle altre, significa che l’ecosistema non è in equilibrio e questo deve portare l’uomo consapevole a comprendere i giusti interventi agronomici da porre in atto per giungere all’equilibrio tra tutte le forme di vita di quell’ecosistema specifico. Vogliamo sottolineare l’importanza della consapevolezza in quanto per noi dell’Archetipo il vero significato di uomo consapevole è: colui che quando mangia sa cosa sta mangiando, quando parla sa cosa sta dicendo e quando opera sa cosa sta facendo.

  • Studiando e applicando per anni gli insegnamenti dei grandi, a cui sono dedicate le nostre produzioni, si impara a ridare vita alla terra. Ciò è il fondamento del nostro divenire.
  • Per chi non ha ancora compreso quello che è stato fatto alla nostra madre terra negli ultimi 50-60 anni, deve sapere che l’uso di concimi chimici, diserbanti e antiparassitari, portano alla desertificazione del suolo, in quanto tali sostanze incidono su tutta la microflora e microfauna del suolo determinandone la morte. Per consapevolizzare questa conoscenza dobbiamo sapere che ogni sostanza organica può tornare a nuova vita solo dopo essere stata interessata dai processi di umificazione portati avanti proprio da quella microflora e microfauna presenti in un terreno vivo. Venendo meno questi attori, il ciclo della vita si interrompe.
  • La natura ha programmato questo ciclo in maniera perfetta senza bisogno della mano dell’uomo; se facciamo mente locale a quello che avviene in un bosco, la sostanza organica caduta al suolo come foglie, rami etc.
  • Vi è da precisare che la tipologia delle diverse forme di vita della microflora e microfauna varia in funzione del profilo verticale del terreno, in maniera tale da avere una grande variabilità specifica tra i diversi strati di terreno. Aratro classico, ossia andando a sconvolgere quei delicati equilibri tra le diverse forme di vita, formatesi in sinergia alle diverse profondità del terreno, andiamo a sconvolgere un grande lavoro che la natura ha tessuto proprio per chiudere il ciclo della vita, permettendo cioè a ciò che muore di tornare presto di nuovo in vita.
  • Nei nostri vigneti sono cinque anni che non si interviene con nessun tipo di aratura e ciò è stato molto salutare per tutte le forme di vita ivi presenti comprese le nostre viti, giungendo a portare la natura a quello che è il suo fine ultimo: il benessere di tutti i suoi abitanti, che finalmente si ritrovano nel proprio Archetipo.
  • Una cosa deve essere chiara: diversamente da come ci hanno indottrinato a pensare e quindi ad agire, gli esseri viventi non sono in competizione tra di loro, ma, al contrario sono in sinergia tra loro. Tra l’altro, se pensiamo che tutta la vita sulla terra, originatesi a partire da quattro miliardi e mezzo di anni, per giungere fino a quella che fino a un centinaio di anni or sono è considerata la cosa più bella e straordinaria che si sia mai vista in tutto l’Universo, giungendo a tutte le miliardi di specie viventi (una più bella dell’altra), tutto ciò non può essere figlio di forze a segno negativo, ma solo risultato di forze sinergicamente positive dove per dirlo in maniera quantistica: uno più uno fa tre!
  • Nei nostri terreni trovano condizioni di massima vitalità vitigni come Primitivo, Aglianico, Greco, Fiano, Susumaniello, Marchione, Maresco, adattati perfettamente alle nostre condizioni pedo-climatiche, perché coltivati da migliaia di anni e per questo definiti autoctoni. Coltiviamo queste piante secondo il loro archetipo senza assolutamente arare il terreno. 
  • Ogni luogo, inteso come interazione specifica di una moltitudine di fattori, ha la sua impronta digitale, unica e irripetibile così come lo è ogni essere vivente su questa Terra. Se tutto ciò lo comprendiamo e lo rispettiamo, riusciamo a fare del nostro prodotto un’opera d’arte, diversamente non faremmo altro che rientrare nelle aberranti logiche industriali di cui l’epoca attuale è pregna. Interpretare l’epoca contemporanea come raggiungimento della comprensione di tutti i disastri che l’homo tecnologicus ha provocato nell’ultimo mezzo secolo, per dirigersi verso l’unica via d’uscita plausibile per salvarsi la pelle, fa del nostro lavoro motivo di orgoglio con la precisa sensazione di missione da compiere per salvare il nostro ecosistema, oggi più che mai minacciato dalla più grande inconsapevolezza che ha colto l’uomo sin dai suoi albori.
  • Aver consapevolizzato le grandi rovine che l’Homo Tecnologicus ha posto in essere negli ultimi 50 -60 anni, ci porta ad avere chiaro nella nostra mente quello che è il percorso da attuare per salvare l’unica vera casa di Noi tutti: il pianeta terra. Se a qualcuno sfugge ancora che l’unica priorità in assoluto dell’epoca che stiamo vivendo è quella di salvare il nostro pianeta ed è ancora fermo a pensare di coltivare al meglio il proprio orticello, anche a scapito di tutto il resto questo significa una sola cosa: mi dispiace per Lui, ma non ha capito ancora nulla!!! 
  • Tornare agli archetipi, ossia alla naturale forma di un qualcosa, è l’unica via percorribile in ogni aspetto della nostra esistenza: a cominciare dall’alimentazione, a seguire con i temi importantissimi della crisi energetica mondiale per finire con i non meno importanti aspetti etici di ogni nostra scelta-azione. 
  • Alimentarsi con i cibi vivi, (possono essere considerati tali solo derrate alimentari rivenienti da terreni vivi) è l’unico modo per portare vitalità al nostro essere non solo fisico ma anche spirituale. 
  • Al contrario, cibi morti, snaturati del tutto da processi industriali finalizzati ad una sorta di “cadaverizzazione” degli alimenti, con l’unico scopo di aumentarne la vita utile commerciale a scapito degli aspetti nutrizionali autentici, non può che portare, in un tempo anche molto breve, a gravi problemi di salute. Nutrire le nostre cellule significa tornare agli archetipi senza la distruttiva devastante devianza delle logiche industriali. Pochi sanno dell’importanza degli enzimi presenti solo ed esclusivamente nei cibi vivi ai fini di un regolare svolgimento del ciclo della vita. Questo ci porta fin anche a non applicare la tecnica della filtrazione, in quanto con essa viene allontanato del tutto il corredo enzimatico-proteico del vino, molto utile ai processi della digestione. 
  • A fronte di un piccolo problema in bottiglia, abbiamo grandi benefici, in termini salutari, del nostro vino; c’è solo bisogno di scaraffare il vino prima del suo utilizzo. Se poi, invece di andare a comprare in farmacia le compresse di integratori a base di lievito vogliamo assumere anche il fecciolino naturale eventualmente presente sul fondo delle nostre bottiglie, possiamo benissimo farlo, con grande ringraziamento da parte del nostro metabolismo. Non bisogna sottovalutare questo aspetto anche in considerazione del fatto che il vino rimane uno dei pochi “alimenti” che ancora ingeriamo crudo; per il resto assumiamo quasi esclusivamente cibi cotti, quindi con il loro corredo enzimatico del tutto denaturato. 
  • A proposito della crisi energetica mondiale ci limitiamo solo a ricordare che il semplice fatto di non praticare la dannosissima operazione dell’aratura  porta non solo a un grande risparmio energetico, ma anche a tutta quella serie di benefici sull’ambiente, oltre che per minore produzione di anidride carbonica, anche per i fenomeni di erosioni del suolo in caso di aratura. Inoltre, praticando l’agricoltura sinergica, avendo piante in equilibrio, l’incidenza delle malattie è molto bassa e ciò si riflette sul numero di volte che è necessario passare tra i filari per la distribuzione dello zolfo e della poltiglia bordolese, unici mezzi di difesa da noi impiegati.  
  • http://www.larchetipo.it/it/vini.html