Un tè a Marrakesh con Patrizia Floris

di Giuseppe De Pietro

“Suntime Magazine” si propone di intervistare personaggi autentici del mondo della cultura. Lei è Patrizia Floris scrittrice e informatrice scientifica, nata a Cagliari: da sempre innamorata della sua città, nel 2019 ha scelto di ambientarvi in parte il suo secondo romanzo, “Un tè a Marrakesh”.

Suntime.: Il tuo romanzo, “Un tè a Marrakesh”, si muove dalla Sardegna al Marocco. Quali analogie e differenze culturali hai voluto raccontare?

Patrizia Floris: Due terre che si affacciano nel Mediterraneo per colori, profumi e atmosfere, a buon titolo possono avere delle analogie. Per quanto riguarda le differenze culturali, l’Africa presenta ancora oggi delle sostanziali diversità rispetto alla cultura occidentale, di cui fa parte la Sardegna.

Suntime.: Le protagoniste sono due donne: una, Sandra, nata e cresciuta in Sardegna: in cosa si evince, se si evince, un’identità culturale?
Patrizia Floris: Tutte e due le protagoniste hanno acquisito quella mentalità quel carattere e solarità che caratterizza le donne della Sardegna. La tipicità della cultura tipicamente sarda, fa evincere questa identità culturale che appartiene a entrambe le protagoniste del libro “Un tè a Marrakesh”.

Suntime.: Come definiresti l’amicizia fra donne?
Patrizia Floris: Le donne creano complicità, confidenza, condivisione di interessi. Una relazione la definirei di scambio, qualcosa che sboccia nel tempo. Sono perle rare quelle che ti supportano nel miglioramento personale. Insomma, si può dire che l’amicizia tra donne è come un continuo rammendo con cui stringiamo i piccoli strappi ed allontanamenti di un rapporto spesso eterno.
Suntime.: Nascere in un’isola fa crescere il desiderio del viaggio e della scoperta dell’altro?
Patrizia Floris: Nonostante viviamo in un’isola meravigliosa, è molto importante viaggiare e avere l’opportunità di attingere ad altre culture e arricchirsi delle usanze di altri luoghi. Vivere e integrarsi con i popoli: questa è la grande fortuna che abbiamo in questi tempi.

Il racconto viene proposto in forma di diario interiore di Sandra, archeologa ed è incentrato sulla storia di due amiche. Sandra, appunto, e Marla. Due persone molto diverse eppure simili: Sandra, estroversa e solare; Marla, introversa e misteriosa.
Si conoscono nei banchi di scuola, in un liceo artistico cagliaritano. La loro amicizia si muove fra alti e bassi, dall’improvvisa sparizione di Marla, fino a una rottura che sembra definitiva.
Sono passati tanti anni da quel periodo scolastico e universitario e le due amiche decidono di far pace e rinsaldare la loro antica amicizia. Ora Marla è diventata un medico che opera in un ospedale di Marrakesh, nel reparto malattie infettive. Sembra aver superato le ombre del passato e si è sposata con un affascinante collega, Aaron.
Sandra ora però si sente attratta dal marito dell’amica e capisce subito di essere ricambiata. La sua amicizia con Marla sembra tornare di nuovo in bilico.

Patrizia Floris è nata nel 1958 e vive a Cagliari. Lavora come Informatore scientifico. Continua a dedicarsi alla scrittura, frequentando l’Accademia d’Arte.
E se avessi paura? il suo primo romanzo, pubblicato da AmicoLibro, sta ottenendo un largo consenso da parte del pubblico.
Da sempre innamorata della sua città, ha scelto di ambientarvi in parte il suo secondo romanzo.