di Giuseppe De Pietro

Marzio Tamer, protagonista della scena internazionale dell’arte figurativa. Lupi, (su commissione di Almo Nature, promotrice sia della mostra sia della campagna di salvaguardia del lupo), elefanti, uccelli, paesaggi. Straordinarie tempere, acquerelli, olii tratteggiano in punta di pennello lupi, elefanti, rinoceronti, uccelli, paesaggi: sono i soggetti capolavori che incantano il pubblico e il collezionismo per l’originalità e la raffinatissima tecnica. La produzione di Tamer, autodidatta, si concentra nella realizzazione di paesaggi, ritratti di animali e nature morte e con gli anni si è perfezionata sempre di più. “ La sua evoluzione ha seguito le sue scelte tecniche”

Ammirevole la cura nella riproduzione quasi fotografica del dettaglio con cui vengono “ritratti” gli animali che, dal loro punto di osservazione dentro la cornice, trasmettono un senso di serenità: “pare che sorridano” diceva qualcuno, mentre si aggirava nelle sale. Magari non sorridono, ma sicuramente catturano l’attenzione emozionando.

Non sono da meno le opere dedicate ai paesaggi della Pianura Padana o quelle dedicate all’albero o, ancora, le undici opere che rappresentano la pietra, i sassi, la roccia… “Pittore per natura” è una mostra capace di trasportare “il visitatore in un mondo in cui la natura, pur nella fedele rappresentazione, risulta come sospesa in un’algida dimensione metafisica”.

Intui subito, vedendo le sue opere che una pittura dalla superficie più “polverosa” sarebbe stata più consona al suo linguaggio; che la tavolozza più raffinata tipica dei pigmenti naturali che si usano nella tempera sarebbe stata più congeniale alle sue scelte iconografiche. Mostrò da subito un talento straordinario per questo mezzo e imparò isegreti della tempera all’uovo (fatta in studio ogni mattina con il tuorlo e i pigmenti naturali) in pochi mesi. Per anni è stato il suo unico mezzo espressivo”.

E i soggetti ? “In questi anni i paesaggi -sebbene visti con l’occhio di oggi paiono ingenui- mostravano il suo dono nel saper gestire l’impostazione della composizione, nelle inquadrature, nella capacità di concentrare l’attenzione su pochi elementi, sufficienti e necessari alla riuscita delle sue opere. Mentre gli animali erano situati nel loro habitat, vale a dire che per esempio collocava l’orso nel suo ambiente, oppure al riparo della pianta da cui trae nutrimento (i frutti), o ancora sul terreno utile alla sua sopravvivenza”.

Dalla grafica alla pittura. Come avviene questo passaggio ? “Nei primi anni 2000, dopo le mie insistenze a considerare la grafica come mezzo da affiancare alla sua -molto esigua- produzione a tempera decise di introdurre l’acquerello. Una sorta di compromesso fra le mie richieste e le sue predisposizioni naturali. Anche in questo caso Marzio Tamer mostrò un talento innato e nell’arco di pochi mesi ha realizzato opere intrise di poesia con una tecnica più corposa e dettagliata rispetto a quanto proposto da altri acquerellisti. Tale metodo è detto a dry brush, perché si usa un pennello relativamente fine e lo si spurga dell’acqua in eccesso ogni volta che lo si intinge nell’acqua. In questo modo le setole rimangono intrise di pigmento che viene trasferito sulla superficie della carta.

L’introduzione dell’acquerello ha trasformato il suo modo di dipingere gli animali che infatti a partire dai primi anni 2000 risultano collocati in luoghi sospesi, ma reali. Come usa dire spesso Marzio Tamer “sono i fondi che parlano” e con questo intende che se l’animale spicca come protagonista delle sue opere è per la riuscita, l’armonia, l’equilibrio, l’intensità di ciò che è alle sue spalle o di come è costruito il suolo, non-suolo, su cui poggiano. E mi viene spesso da paragonare quest’ affermazione con l’importanza che hanno le pause nei brani musicali”.

Oggi, nel pieno della sua maturità creativa, Marzio Tamer sa gestire carte molto grandi, le più grandi disponibili sul mercato e composizioni molto essenziali e nel contempo intense per le sensazioni che emanano.
Qual è il metodo di lavoro dell’artista? “Marzio Tamer ha una produzione particolarmente limitata, che ne circoscrive le possibilità espositive. E’ un lavoratore metodico che mi ha permesso di allestire in galleria una mostra ogni tre anni, appuntamenti non sufficientemente frequenti per mostrare il suo straordinario talento a un pubblico ampio.
Da tempo i musei di storia naturale o di scienze anglosassoni hanno aperto le porte all’arte, da qui il progetto, nato diversi anni fa, di proporre la pittura di Marzio Tamer a istituzioni di prestigio in sintonia e idonee a rappresentare la sua arte.

Un talento così ha attirato il collezionismo internazionale. Chi sono gli estimatori di Tamer?
“L’esiguità della produzione, l’eleganza e la raffinatezza della sua tavolozza, l’originalità delle sensazioni prodotte, la perizia e il linguaggio universale di Tamer sono caratteristiche che rendono le sue opere molto ambite da coloro che apprezzano talento e unicità, al di sopra di esigenze speculative. Di fatto i suoi estimatori sono collezionisti riservati, alcuni possiedono molte sue opere. che potrebbe invogliare a rivederle per scoprire ogni volta nuovi dettagli, nuove bellezze che offre la natura.

MARZIO TAMER. Pittore per Natura
Dal 5 ottobre 2017 al 7 gennaio 2018
Museo di Storia Naturale di Milano
Milano