di Giuseppe De Pietro

La Provincia cinese inaugura la cooperazione turistica con il nostro Paese e promette esperienze autentiche. Il Guizhou è una provincia sud-occidentale della Repubblica Popolare Cinese. Il nome deriva da guì, montagne di Gui e zhōu – zhou (prefettura). Il territorio è prevalentemente montuoso con pianure ad est e sud e rilievi collinari nella parte occidentale della provincia. Insolita e poco conosciuta, la provincia di Guizhou è un territorio ancora autentico punteggiato da villaggi arroccati su declivi ondulati, campi terrazzati e foreste di bambù, dove le tradizioni delle minoranze etniche locali sopravvivono ancora intatte.
La Provincia cinese di Guizhou si è presentata al mercato italiano, ha incontrato gli operatori del settore ed ha raccontato le sue ricchezze culturali e turistiche, nel corso di un evento, tenutosi ieri a Roma, con cerimonie tradizionali, costumi etnici e danze folkloristiche.
“La governatrice della Provincia di Guizhou Shen Yi Quin ha detto nel suo intervento che ci sono tutti i presupposti per iniziare una collaborazione con l’Italia, che possa costruire una via di flussi turistici e progetti di interscambio economico e culturale, una via che sia anche sostenibile e rispetti l’ambiente. Abbiamo a lungo lavorato per sviluppare ingenti programmi di economia turistica e digitale e nel 2017 ci è stato riconosciuto il primato di provincia cinese con la più rapida crescita”.
Guizhou è situata nel Sudovest della Repubblica Popolare Cinese, con 35 milioni di abitanti ed una popolazione che per il 37% appartiene a minoranze etniche, la provincia di Guizhou gode di un paesaggio naturale caratterizzato dal susseguirsi di gole, canyon, colline a terrazza e corsi d’acqua che la rendono una destinazione piacevole da visitare tutto l’anno, con clima mite ed eccellente qualità dell’aria. Il 93% del suo territorio è un susseguirsi di montagne e ricchezze naturali, la foresta di Libo Zhangjiang, la riserva di Chishui, la cascata di Huangguoshu (la più alta in Asia), le foreste di latifoglie e le piantagioni di thè, e conta numerosi ponti dei quali 10 sono nella lista dei più alti del mondo. Tutti i suoi 88 distretti dispongono di infrastrutture all’avanguardia, tra cui autostrade e collegamenti ferroviari ad alta velocità che consentono di raggiungere anche Pechino, Shanghai e Canton. La capitale Guiyang si raggiunge in due ore di volo da Pechino e dal suo aeroporto è possibile volare su 9 città cinesi.
L’Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia, Li Ruiyu, nel suo intervento ha accennato che: “Gli ultimi 40 anni hanno visto la Cina crescere con un tasso medio annuo quasi del dieci per cento ed ha contribuito per il trenta per cento alla crescita economica mondiale. Ottocento milioni di cinesi si sono lasciati una vita quasi di povertà, migliorando radicalmente le proprie condizioni di vita – ha detto -, ora quattrocento milioni di persone appartengono alla fascia media e stimiamo che entro il 2021 tutta la popolazione godrà di uno stato di benessere diffuso. Siamo diventati il primo Paese industriale al mondo con un commercio estero che cresce del quattordici per cento. L’export italiano nel Paese ammonta a 50 mld di dollari (ventidue per cento) – ha spiegato ancora l’Ambasciatore – mentre sono di 12 mld di euro gli investimenti cinesi in Italia. Tutta la strada è spianata per un futuro migliore anche grazie ad una serie di misure che sono state messe in campo dal Governo e che abbracciano i settori più disparati”.
Guizhou è una provincia montuosa nel Sudovest della Cina. È conosciuta per i villaggi rurali tradizionali, abitati da gruppi minoritari come i Miao e i Dong. È famosa anche per la cascata di Huangguoshu, alta 74 m. Poco distante, la grotta del Palazzo del Drago è un esteso sistema sotterraneo ricco di corsi d’acqua, mentre le ampie caverne della grotta di Zhijin ospitano formazioni carsiche. Fuori Guiyang, la capitale, si trovano la fortezza di Qingyan del XIV secolo e l’omonima cittadina.
Alla scoperta dell’ultima frontiera del turismo cinese: itinerario in auto che percorre, da sud est a nord ovest, tutto il Guizhou, la provincia più remota e meno conosciuta della Cina. Un viaggio di sogno che ha per fulcro gli sbalorditivi villaggi delle minoranze etniche, ancora per gran parte inesplorati, dove la tradizione folclorica si sposa con una maestria ed una fantasia architettoniche di eccezionale valore; ai villaggi fa da contrappunto l’incanto della natura, che si offre al visitatore con una quantità indescrivibile di scenari fiabeschi, dalle cascate di Huangguoshu alla ‘foresta di picchi’ di Xingyi.

Smisurata nella sua grandezza ma fortemente influenzata dalle tradizioni, la Cina resta una destinazione esclusiva da scoprire al più presto. Se hai deciso di partire per al Cina, stai per viaggiare verso una destinazione tanto attraente quanto sorprendente, dove l’insolito trova posto accanto al sorprendente e all’inatteso! Se sei amante della natura, la Provincia di regione di Guizhou sarà un punto di partenza perfetto: qui troverai paesaggi naturali incredibili, come La Cascata Huangguoshu, nota come la Via Lattea in miniatura, è la cascata più grande in Asia. Si trova sopra il fiume di Baishui, uno degli affluenti del fiume di Dabang nel sud-ovest della contea autonoma di Zhenning Bouyei-Miao di Guizhou., con le sue pagode in pietra, i suoi templi e le sue grotte nascoste. Per chi preferisce la cultura ancestrale, una visita al monastero di xxxxx è d’obbligo, come pure una tappa alla città storica di  Pingyao, dal patrimonio incredibilmente conservato. Se il tuo viaggio è più culinario e se apprezzi la cucina speziata, dovrai per forza andare visditarla, dove potrai deliziarti senza ritegno…e dove avrai forse voglia di andare a vedere le star del posto: i panda! Infine un viaggio nell’incredibile, sarà una sublime conclusione al tuo viaggio, in questa città proiettata risolutamente verso il futuro (e dove potrai fare uno shopping d’eccezione).

È questo l’emblema del volto della Cina contemporanea, in equilibrio sempre più instabile tra il mantenimento di un ritmo di vita placido sulle secolari tradizioni e le necessità di una modernizzazione frenetica. Ad ovest i locali, la vita notturna; ad est l’ansa del fiume rallenta l’acqua come i battiti del cuore di chi attraversa un antico ponte in pietra sormontato da una pagoda, al di là del quale si erge, come una costellazione, un complesso di templi illuminati di notte dalle luci fiabesche della luna. Si segue il lungo  fiume silenzioso che curva riflettendo immobili i palazzi sovrastanti, poi un altro ponte alla fine dell’ansa, dove tavolini all’aperto annunciano la presenza di un piccolo locale i cui gestori, tra una birra e l’altra, si mettono, chitarra e voce, ad intonare canzoni folk dagli echi antichi che si spandono sul fiume. Zhenyuan è questa, poi si comincia a scendere verso sud: le piccole cittadine cominciano ad alternarsi a villaggi in legno o pietra dove freme la vita antica di contadini ed artigiani, e le strade in cemento cominciano a farsi più strette e strozzate. Si arriva quindi a Shidong, una cittadina tra le più grandi dove vive l’etnia Miao, non bella, a giudicare dalle case che ne costituiscono l’ossatura, ma piena di magia. Ed è qui che converge, al termine della cerimonia dell’offerta del riso, l’apoteosi cromatica della marea di donne Miao, che danno inizio alla loro magnetica, singolare danza, fatta di passi accennati, di avanzamenti impercettibili, a ritmi scanditi da un tamburo.
Ci incaminiamo verso sud dove si incontrano le spettacolari forme geometriche delle terrazze di riso che trovano il loro culmine a Jiabang. È un piccolo villaggio che si inerpica fin sopra le nuvole in un panorama che conduce a scenari ogni volta diversi, e ad incontri con i contadini che vanno avanti e indietro coi loro tipici cappelli a cono. Ed ecco in lontananza comparire Zhaoxing, un enorme villaggio completamente in legno, introdotto da ponti e mulini che sembrano disegnati dalla mano di Hayao Miyazaki. La via principale è l’unico, semplice riferimento per potersi poi perdere nei vicoli del villaggio, appena la si abbandona si entra in dimensioni che si alternano con una varietà sorprendente: dai leggeri ponticelli sul ruscello proveniente dalla vicina montagna,  stretti da locali e gallerie in legno come in un film western, a scorci che si aprono improvvisi sulle case dai cui balconi le donne Dongstendono le fasce dei loro abiti neri; dalle piazzette nascoste che celano le anziane tessitrici nelle minuscole botteghe, agli stretti vicoli dove le bambine in abiti tradizionali corrono a perdifiato.
I Ponti di legno dei Dong, nella regione del Guangxi vivono i Dong, un’etnia minore abile lavoratrice del legno. E di legno sono costruite le loro case ma, soprattutto, gli splendidi ponti che sovrastano i fiumi che scorrono lungo le valli delle loro terre. Il più bello è quello di Chengyang, coperto da tetti a pagoda e decori raffinati che lo rendono una vera e propria opere d’arte. Questi ponti, chiamati ponti del vento e della pioggia, sono realizzati in legno di cedro assemblati tutti a incastro e sono usati oggi come punto di ritrovo riparato mentre un tempo avevano anche una funzione religiosa. Il tutto sotto l’incessante, ritmico e soffuso battito dei martelli con cui le artigiane appiattiscono gli abiti per la vendita ai rari turisti. Creando un’eco che scandisce il tempo di una comunità che ancora non si arrende alla velocità contemporanea.

Informazioni: http://www.turismocinese.it
Come arrivare: Volo intercontinentale per Pechino. Per raggiungere Guiyang, la capitale del Guizhou, si può prendere un volo interno (3 ore circa) o un treno superveloce (10 ore).
Quando andare – Clima: Il Guizhou è una zona montuosa dove il sole si vede raramente. In generale comunque i periodi meno problematici sono le stagioni intermedie (primavera ed autunno). D’inverno fa molto freddo anche se il sole fa capolino più spesso. L’estate è calda e piovosa per via dei monsoni.
Dove dormire: Il Guizhou non ha una grande offerta ma, rispetto agli anni passati, non è difficile trovare hotel e guesthouse anche nei villaggi meno popolati
Dove mangiare: dappertutto sono presenti ristoranti che offrono cucina locale. Più difficile trovare ristoranti di cucina internazionale.
Fuso orario: + 7 ore rispetto all’Italia;+ 6 ore quando in Italia vige l’ora legale.
Documenti: Passaporto con validità 6 mesi dalla data di arrivo visto per la Cina da fare in poche agenzie autorizzate dall’ambasciata
Vaccini: nessun vaccino obbligatorio. E’ consigliabile una profilassi antimalarica se si visita la regione d’estate
Lingua: Cinese. L’inglese è rarissimo anche nella maggior parte degli hotel. E’ bene fornirsi di una guida che parli inglese.
Religione: Prevalentemente animista. Ma si pratica anche la religione buddista e taoista.
Valuta: Yuan (CNY)
Elettricità: 110/220 volt. Le prese sono di tipo americano, basta munirsi di un adattatore universale nei propri luoghi di origine.
Telefono: +86. La copertura è presente quasi esclusivamente nelle grandi e medie città, a meno di non acquistare una SIM cinese, ad esempio China Mobile
Abbigliamento: L’inverno è freddissimo, l’estate calda, quindi l’abbigliamento è in funzione del periodo in cui si visita, una cosa che non deve mancare mai è una giacca contro la pioggia e un ombrello.
Shopping: prodotti tessuti a mano dalle abitanti della varie minoranze etniche, o manufatti d’argento (orecchini, collane, bracciali) facendo bene attenzione che non siano di plastica o alluminio.
Eventi: Lusheng Festival (febbraio), Sisters’ Meal Festival (aprile) nei villaggi nell’area delle minoranze etniche attorno a Kaili, circa 200 km ad est della capitale Guiyang